domenica 17 maggio 2015

I COLORI DELLA PERIFERIA – Roma Tre Film Festival (X edizione)

Martedì sera passo davanti al Palladium (Piazza Bartolomeo Romano, 8 – Garbatella). Inciampo in un gruppetto di giovani e meno giovani che stanno aspettando. Decido di fermarmi ed entrare. 

 Prendo una brochure e scopro che quel gruppetto di persone aspetta l’inizio della serata d’apertura del Roma Tre Film Festival – X edizione. 

Resto, sono curiosa. 

La serata si apre con un documentario di Flavia Montini, “Come un castello” (2013), che parla delle difficoltà di chi vive in una periferia di una grande città come Roma, completamente abbandonata a se stessa. Il cortometraggio-documentario in 13’ minuti cerca di spiegare quanto Tor Sapienza, nello specifico il plesso di Viale Giorgio Morandi, sia stato abbandonato al degrado in questi anni e di come le tensioni e i recenti fatti di cronaca siano stati una “morte annunciata”. 

Impressiona soprattutto come i bambini parlino delle esplosioni di violenza improvvise, dello spaccio, delle sparatorie con tanta naturalezza, come se non li stupisse più nulla ormai. E di come un genitore deb affrontare le domande dei figli che chiedono che cosa sia la droga. 

Una periferia (come tante…troppe) che con la scusa di essere resa autonoma, creando al suo interno negozi e servizi, invece, è stata isolata. Con mezzi pubblici praticamente inesistenti, istituzioni come la biblioteca e i servizi sociali che se ne sono andati, perché ”troppo pericoloso lavorare lì”, o (ancora peggio) “qui non serviamo”. 

Un luogo diventato un parcheggio per migranti nei periodi di emergenza. Ma lasciati a loro stessi senza alcun controllo e senza, soprattutto, alcun riguardo per loro e per gli abitanti. 

Un pezzetto di mondo, Tor Sapienza, che non bastano 13’minuti per raccontarlo, ma che la regista, col suo lavoro mostra ad un pubblico di studenti e di curiosi, con i suoi “lati oscuri” e non solo: in un luogo dove tutti scendono per strada in pigiama, senza curarsi dell’opinione altrui, un piccolo “paesello” ai margini della Capitale, qui, la solidarietà domina su tutto. 

Solidarietà che è il vero leitmotiv della serata. 


Si continua, infatti con un interessantissimo web-doc di Paolo Palermo e Valerio Muscella, “4stelle Hotel”: progetto che descrive con foto e contributi video la vita all’interno del vecchio Eurostars Roma Congress Hotel & Convention Center, moderno albergo 4 stelle a circa un chilometro dal Grande Raccordo Anulare alla periferia est della città. Chiuso improvvisamente nel Dicembre 2011, viene occupato il 6 Dicembre 2012 da più di 250 famiglie di migranti (ma non solo) guidate dal collettivo BPM (Blocchi Precari Metropolitani), uno dei movimenti che si batte per il diritto all'abitare nella Capitale. 


Si legge dal sito: “Gli abitanti del 4Stelle Hotel sono ora circa 500 persone di una trentina di nazionalità diverse, principalmente provenienti da Maghreb, Corno d'Africa, America Latina, Europa dell'Est e Africa sub-sahariana. Insieme sono riusciti a ridare vita all'albergo tramite la riattivazione condivisa degli spazi comuni e delle camere, attraverso un processo di auto-organizzazione interna, dai turni di pulizia ai lavori di ristrutturazione. Alcuni degli occupanti vivono in Italia da molti anni, altri sono scappati da regimi, rivoluzioni e marginalità. Tutti rivendicano con dignità il diritto alla casa e a un futuro migliore. 4Stelle Hotel è la storia di questo condominio multietnico che si batte per un futuro migliore, sotto costante minaccia di sgombero da parte delle istituzioni. La casa, infatti, non è solo un riparo: è un diritto da reclamare e da difendere.” 

Credo che non ci siano parole migliori di queste, le loro, per descrivere questo splendido lavoro che potete vedere voi stessi all’indirizzo internet http://www.4stellehotel.it/. Spendete qualche minuto per conoscere le storie di chi abita quelle stanze, storie di speranza e di riscatto di chi giorno dopo giorno combatte contro il pericolo di sgomberi e contro la burocrazia, nonché contro leggi che ai molti sembrano giuste, ma spesso sono assurde. 

Infatti, con il Decreto legge 28 marzo 2014, n. 47 in materia di “Misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per l'Expo 2015” (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 73 del 28 marzo e convertito in Legge 23 maggio 2014, n. 80), all'art. 5 stabilisce: 

"Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l'allacciamento a pubblici servizi in relazione all'immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge". 

In applicazione di queste disposizioni, i cittadini interessati a presentare la Dichiarazione di residenza/ Cambio di abitazione devono dimostrare di avere un idoneo titolo di occupazione dell'immobile. A tal fine, devono compilare accuratamente l'apposita sezione e, nel caso in cui il richiedente la residenza sia persona diversa dal titolare del contratto di locazione/comodato, allegare la Dichiarazione sostitutiva del proprietario. 

 La dimostrazione del titolo di occupazione è necessaria per l'accettazione della pratica. 

E’ tutto giusto, ma il punto è: come faranno ad andare a scuola i bambini che in questi anni sono cresciuti al 4stelle? Senza residenza i genitori non potranno iscriverli a scuola…cioè: senza casa, non potranno mandarli a scuola. 

Casa ed istruzione. Entrambi diritti fondamentali a mio parere: ma cosa fare per chi una casa non ce l’ha? Cosa si fa realmente per chi come queste persone una casa non può permettersi di averla. E vi accorgerete, scorrendo le storie, che non ci sono solo migranti o rifugiati politici, ma anche italiani, italiane. Chiunque potrebbe ritrovarsi lì. 

La rabbia c’è e direi che sia normale, per questo un gruppo di ragazzi la si è organizzato e la urla in rima, trovando nell’arte del RAP una valvola di sfogo. Sono i ragazzi del Laboratorio HIP-HOP METICCIO “Stay Real” che proprio al 4stelle hanno trovato anche loro una “casa”. Una casa fatta di rispetto reciproco, di condivisione, di solidarietà: una famiglia, insomma. Un appoggio che viene solo da chi vive come te quello stesso disagio: un fratello, una sorella.

 Questo è lo spaccato pieno di contraddizioni, ma soprattutto VIVO, che emerge dal lavoro dal “4 stelle Hotel”. 

La serata si conclude con un invito del regista ad andare al 4 stelle, perché come dicono loro i posti occupati, non sono luoghi chiusi, ma aperti, “liberati”. 

Tutti a casa, quindi: più delusi nel vedere che ci sono cose belle che non vengono comprese, più arrabbiati nel sentire di diritti negati, ma più ricchi grazie a gente come loro, gente che non si arrende, gente che crede in un mondo più giusto, in un mondo più condiviso. 

Penso: 
“Mi sa che ci inciampo di nuovo al Palladium. 
Mi sa che inciampare arricchisce… 
Mi sa che inciampo un po’ di più su tutto d’ora in poi…” 

Link utili:
https://www.facebook.com/RomaTreFilmFestival?fref=ts
http://host.uniroma3.it/uffici/stampa/index.php?p=listapalladium https://www.facebook.com/pages/Come-un-castello/608347079271155 http://www.4stellehotel.it/https://www.facebook.com/4StelleHotel?fref=ts
https://www.facebook.com/labhiphopmeticcio?fref=ts

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