martedì 28 ottobre 2014

Maturina fantesca, erede di Leonardo Da Vinci


Per arrivare al Teatro Due Roma abbiamo dovuto affrontare un lungo cammino, fronteggiando le maree umane che riempono con i loro corpi il tempo morto domenicale. Soli, isolati, annegati in grandi schermi luminosi, senza conoscere ciò che poco distante da loro sta per sbocciare. Arriviamo alla metro A di Piazza di Spagna ed è un magma di carne di cui non si vede fine, ammassati con in alto i loro schermi per immortalar(si) un ricordo: il massimo lascito dell'umanità odierna è un anonimo selfie, un ritratto usa e getta che muore nell'anonimato. Arrivati al Teatro Due la folla svanisce, come di consueto in un teatro, luogo sacro e solenne, tutto ciò che di meglio puoi chiedere ad una domenica o in qualsiasi altro giorno. E pare davvero un luogo sacro, perché in sala sentiamo il pubblico in attesa parlare con un tono di voce "soffiato", come a non rompere l'incantesimo già creato con l'ingresso in sala. Nessun sipario, luci accese, teli bianchi a coprire dei quadri e poi inaspettatamente entra Maturina, fantesca di Leonardo Da Vinci. Un lampo, la mente si rischiara, si distende, la luce che attendevamo è arrivata e svaniscono i contorni distorti dall'indifferenza mondana. Noi pochi, godremo. Ed è un gran godere questo spettacolo di e con Patrizia La Fonte, monologo scritto e interpretato - o meglio vissuto - rispolverando una nostalgica lingua fiorentina del '500 che per nulla ostile arriva agli orecchi di noi contemporanei e dove, una volta tanto, il personaggio protagonista non è lì per parlare di sé, ma per accoglierci e raccontarci del maestro Da Vinci, della sua eredità, del lascito di un genio e di quel suo ingegno che abbiamo amaramente sciupato, come del resto già lo stesso Leonardo soleva dire a Maturina: "l'uomo potrà fare in futuro vita più agevole, ma non diventerà migliore". Un testo che è una perla di arguzia e intelligenza, di eleganza drammaturgica, una fine tessitura di citazioni, inviti alla riflessione e gioco, sì, gioco scenico. 

Perché La Fonte non rinuncia al ruggito della splendida teatrante che è in lei e intrattiene creando un filo diretto con il pubblico che mai resta isolato, ma diviene parte attiva del racconto dall'inizio alla fine. La cosidetta quarta parete non esiste e questo rende tutto più vivo, autentico, come fossimo davvero protagonisti noi stessi di un tempo non più nostro: Maturina dapprima ci ha accolto chiedendo chi fossimo, se banchieri di San Giorgio, o se ci trovassimo lì per parte dei due eredi testamentari, Francesco Melzi o Jacopo Caprotti; irride poi questi ospiti dalle "strane vesti" ed è così il nostro tempo a diventare di troppo, tanto che ce ne dimentichiamo volentieri e la lancetta corre indietro veloce, a quando tutto ancora era da inventare e una sola mente ha saputo  vedere ben al di là del proprio secolo (ma se avesse avuto le nostre distrazioni sarebbe comunque stato quel grand'uomo che è stato?). Ed è un bel rimembrare, tra le invenzioni, gli scritti, i quadri, le citazioni scelte in maniera ineccepibile aprendoci un mondo di riflessioni su noi stessi, spingendoci a credere che forse Leonardo Da Vinci aveva capito di noi uomini del futuro più di quanto noi stessi riusciamo realmente a capire. Doppiamente brava Patrizia La Fonte a scrivere e interpretare quest'opera di spessore che sa abilmente coniugare la cultura e l'intrattenimento, binonio che abbiamo visto raramente miscelare con tanta intelligenza in testi che spesso sono o totalmente culturali - divenendo pensanti - o totalmente d'intrattenimento - rimanendo dunque vuoti. Qua gli ingredienti sono miscelati in maniera giusta, quasi con meticolosa e ingegnosa intuizione Leonardiana. Prezioso.

Matteo Di Stefano



MATURINA FANTESCA, EREDE DI LEONARDO DA VINCI 
di e con Patrizia La Fonte

aiuto regia Simona Oppedisano
luci Ivano Salamida
tecnico luci e intrusioni Lorenzo Venturini
sartoria Maedis
progetto grafico Paolo Basile
organizzazione Valentina Ricci 

fino al 2 novembre 2014 presso

TEATRO DUE STABILE D'ESSAI
Vicolo dei due macelli 37, 00187 - Roma
 teatrodueroma@virgilio.it - 06/6788259
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