mercoledì 6 novembre 2013

L'utopia (im)possibile di Simone Weil: Di nessun partito al Teatro Stanze Segrete. Recensione

Democrazia, libertà, giustizia, verità. Un tappeto di fogli copre il pavimento del Teatro Stanze Segrete. Sono citazioni di Simone Weil e quelle quattro parole che nel gioco di specchi riflessi negli specchi si ripetono infinitamente. Parole il cui senso si è perso, come ogni cosa di cui si abusa, ridicolizzate dal dibattito politico per far presa sul pubblico. Democrazia, libertà, giustizia, verità. Avremmo voluto alzarci, gridare, discutere, partecipare, dimenticandoci in realtà che quello era un testro scritto da recitare pressoché a memoria e non una vera tavola rotonda. Marta Scelli ci guarda, parla, facciamo sì con la testa in una viva partecipazione e condivisione di quello che era il pensiero di Simone Weil. A guardarlo bene da vicino è un qualcosa di elementare, qualcosa però che le nostre menti vulnerabili non sanno cogliere - o non vogliono cogliere - tanto insicure da preferire la dominazione e lo schiavismo del pensiero ad una vera libertà. Un'ora di spettacolo è persino poco, un assaggio, vorremmo restare nel salottino dove la nostra immagine si moltiplica a dismisura nella moltitudine di specchi, perché è confortevole trovare conferme nel pensiero filosofico della Weil, attento, pesato, non fine a se stesso. E tutto ha il suono di un delicatissimo "Ma se..." Se non esistessero i partiti? Se abolissimo i partiti? Sembra la solita trovata populistica, qualcuno acclamerà, ma non assistiamo a strepiti, berci, grezze voci graffiate che osannano non si sa quale guru a loro messaggero senza sapere nemmeno per cosa stanno lottando. Qui è un qualcosa di più sottile ed alto, qualcosa che ha il beneficio della riflessione, di quelle riflessioni scolpite perfettamente intorno ad una tesi e che da qualsiasi angolazioni le guardi sembrano perfette. Si arriva al fine ultimo, la soppressione dei partiti, attraverso un processo del pensiero ineccepibile, non certo per uno sfogo di rabbia che combatte un sistema con le stesse armi del sistema. Democrazia, libertà, giustizia, verità: secoli e secoli di riflessioni, pensieri, astrazioni, alla ricerca del bene, di un punto fermo, di una qualche valida certezza, un passo avanti che consentisse di non arretrare; tutto è stato invece vanificato dall'era dei venditori di massa, dei predatori di masse nel regolare esercizio della vita democratica in nome della libertà di scelta, perché laddove c'è la volontà di massa c'è giustizia e verità. E un senso non si trova più, nemmeno ad elemosinarlo. Dai microfoni dei talk show tutti hanno da mettere qua e là parole confuse condendole con i quattro ingredienti magici. 


Lo spettacolo "Di nessun partito" pone sotto la lente di ingrandimento la nostra realtà falsificata, ce ne mostra le contraddizioni, ricordando le parole lontane di una pensatrice morta davvero troppo giovane, ma che ci ha lasciato un'eredità imponente. Per alcuni sono conferme di cose già pensate, per altri primi passi per procedere verso una riflessione più profonda sulla nostra società. Tanta carne al fuoco, eppure ben selezionata per costruire quel filo logico che consente allo spettatore di non perdere l'orientamento. Uno spettacolo apparentemente per menti illuminate e colte, ma i concetti sono universali e capibili da tutti. Dipende solo dal grado di apertura alla verità di ognuno, da quanto si è pronti a mettere in discussione, dalla volontà di concentrarsi sulla contrapposizione tra mezzo e fine. I partiti sono certamente un mezzo per esercitare la vita democratica,  eppure assistiamo continuamente ad un rovesciamento, i partiti stessi diventano il proprio fine: attraverso la propaganda i partiti operano una pressione collettiva sul pensiero finalizzata alla persuasione, il cui obiettivo è la crescita del partito e quindi la sua autoperpetuazione. Tutto vero - benché anche sul concetto di verità si possano aprire ampi margini di discussione - eppure sembra davvero un'utopia irrealizzabile quella della Weil, è molto più facile farsi persuadere che non esercitare una libertà concreta. Rincuora però sapere che qualcuno ci ha pensato, che qualcuno ha tentato un passo verso il bene, che altresì un regista e un'attrice abbiamo deciso di "teatralizzare" quelle parole e trasmetterle. Il teatro stesso oggi è diventato un fine, il fine ultimo del teatro è il teatro stesso, mentre dovrebbe - ed è - anch'esso un mezzo con cui, attraverso un linguaggio artistico e spesso accattivante, mandare un messaggio; un mezzo attraverso il quale rivelare l'uomo. Di nessun partito è dunque il teatro che torna a farsi "mezzo per il bene" e lo fa utilizzando anche gli strumenti tecnici (come le installazioni video di Riccardo Palladino), i quali mai diventano il verbo dominante ma solo un mezzo che renda più piacevole la fruibilità.
Marta Scelli (molto emozionata) presta la sua voce alle parole di Simone Weil, le rievoca come se stesse interpretando un personaggio, come se provasse a scovarle in quel preciso istante in un cassetto remoto della memoria. Ci chiedevamo il senso del tentativo di interpretazione di un testo che vuole solo omaggiare, trasmettere, diffondere, perché non si è tenuto un tono distaccato e saggistico, o magari persino propagandistico. Forse la chiave della regia di Massimiliano Giovanetti è da ritrovare nella restituzione di un senso alle parole, perciò è stato necessario spogliarle da ogni retorica politica, da ogni spinta a fare del proselitismo, arrivare quasi a renderle impronunciabili, incerte perché incerto è il loro senso, tornare ad emetterle come un complesso di suoni nuovi e ancora informi alla ricerca di un significato, un timido vagito appena riconoscibile: democrazia, libertà, giustizia, verità. Forse la scelta più rischiosa, ma ripensandoci quella più protesa verso il bene, perché se così non fosse stato, tanto valeva riversarsi nelle piazze a far compagnia agli urlatori. Utile.
A.A.


DI NESSUN PARTITO
liberamente tratto dagli scritti di Simone Weil
regia Massimiliano Giovanetti
con Marta Scelli
Visual Riccardo Palladino
Luci Gabriele Boccacci
Ufficio Stampa: Rocchina Ceglia - rocchinaceglia@gmail.com

dal 5 al 10 novembre presso

TEATRO STANZE SEGRETE
Via della Penitenza 3 (Trastevere) - Roma
tel. 06.6872690/ 3389246033




Nessun commento:

Posta un commento