mercoledì 30 gennaio 2013

Ella's Secret di H. Freedman - Teatro Millelire, fino al 10 febbraio. Memoria e cultura




Ella's secret è finito in cartellone al Millelire proprio attraversando il giorno della memoria. Non è un caso che si siano scelte le tre settimane che vanno dal 20 gennaio al 10 febbraio. La lunga permanenza di questo spettacolo, in un teatro che ha offerto quasi sempre una settimana di programmazione, non ha solo un valore di ricordo, ma testimonia anche la grande fiducia che la direzione artistica ha riposto in questa messa in scena. Non è certo contro ogni logica, perché è per testo e interpreti forse uno dei migliori appuntamenti della stagione. Ora, si sente quà e là, disquisire riguardo al giorno della memoria, si sentono tante belle esternazioni pubbliche, si sente spesso e volentieri anche dire che la cultura è importante e va sostenuta. Benissimo, legittimo, ma dunque dov'è che sono? E non si parla tanto della gente comune - quella cui sono indirizzati i ricordate o acculturatevi - si parla piuttosto dei militanti, i tanti che di memoria e cultura fanno vessillo. Perché avendo noi il vizio della chiacchiera, veniamo spesso in contatto fuori con gli altri spettatori e, riveliamo, che a mancare non è tanto la gente comune - seppur in numero non eccessivo - bensì gli altri, gli sbandieratori delle belle parole. Dunque, rivolgiamo a tutti - alla gente comune, più polemicamente agli sbandieratori - questo messaggio: andate, è memoria e cultura.

La sala del Millelire cambia ancora la sua conformazione, tutte le volte che siamo andati abbiamo sempre trovato una struttura di accoglienza per il pubblico diversa. Questa volta è diventata quasi un'arena, con il pubblico che andava a circondare la scena: due platee, disposte l'una di fronte all'altra, legate da una fila di posti laterali. All'interno del recinto umano, Ella's Secret, testo già rappresentato con successo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, la firma in calce di Harris Freedman, drammaturgo di livello internazionale, da qualche anno impegnato in Italia e che firma anche la regia. Una scommessa di grande prestigio per il novello Millelire. Le stesse due interpreti - Lydia Biondi e Maria Antonietta Farinelli - sono nomi noti e di qualità, divise tra teatro e cinema. Una scelta ricaduta sul Millelire perché può offrire intimità e verità ad una storia molto dialogata, per stringerla in un affettuoso abbraccio, per poterla sussurrare piano, per poterla accogliere col riserbo che si dedica ai morti. Ella, donna ebrea scampata al massacro rifugiandosi in Inghilterra, una domenica mattina riceve la visita di Helga, donna che lei non ha mai visto, austriaca cresciuta nella Germania di Hitler. La donna arriva pronunciando il nome d'un uomo che fa tremare Ella, un ufficiale nazista delle SS. Marito di Helga, fu lui a favorire 35 anni prima la fuga di Ella: perché un ufficiale delle SS corre il rischio di perdere vita e carriera, per occultare un'ebrea e favorire la sua fuga? In questa domanda è racchiusa forse la pulsione principale che ha spinto Helga fino a Londra, Ella deve possedere un segreto e lei è decisa a scoprirlo. In una messa in scena che - per le dette doppie platee poste parallelamente - produce un effetto di campo e controcampo, è chiaro che l'obiettivo sia prima di tutto ricreare un effetto cinema, non solo perché le attrici si offrono continuamente da prospettive diverse - pur non essendo uno spettacolo "ballerino", ovvero troppo movimentato - ma anche perché spesso e volentieri un intermezzo musicale ha introdotto un cambio scena finalizzato al cambio di prospettiva, ruotando l'angolazione della stanza e dei suoi oggetti, in poche parole un cambio d'inquadratura, cosa - questa sì! - che per la prima volta vediamo a teatro. Il disegno luci di Dario Aggioli colora e anima un habitat confortevole alla vista. Quel che resta è un testo che percorre un tempo di 2 ore e 35 minuti - della vita scenica, lo spettacolo dura circa la metà - in cui le due donne attraversano vari stati emotivi, sono soggette a continui cambiamenti, pur rimandendo intrappolate nel salotto di Ella, tra un tè e un sandwich. Quel che più tocca è vedere come Helga, pur trovandosi nel salotto di Ella e avendola davanti a sé, stenti ancora, dopo anni dalla caduta del regime, a rinoscere in lei la persona e non l'ebrea, dunque riassume perfettamente lo spirito nazista, di cui lei nostalgicamente ancora nutre l'ideologia; ma anche - non meno colpevole - di ha taciuto, di chi è stato testimone muto e in fondo nutriva odio. Non c'è azione, ma è un moto interno che alimenta e brucia lo spettacolo, domande, interrogazioni, confronti anche duri e memoria, memoria che esce inevitabilmente, che fa un balzo all'indietro, all'improvviso, una domanica mattina alle 10, fa un balzo di 35 anni nel pieno del regime nazista. Un testo il cui movimento è dettato dal dialogo, ha bisogno necessariamente di due attrici impeccabili, in continua tensione l'una verso l'altra, che non perdano un attacco ed abbiano delle sfumature tali da illuderci che quello non è un teatro, ma il salotto di Ella. Lydia Biondi ci restituisce una piccola donna ricca di variazioni, dagli attacchi ironici al più intimo spavento, con una precisione chirurgica, tanto da trovare delle sfumutare che rendono persino plausibile in quella donna adottata da un nuovo stato, un qualcosa di tipicamente inglese. Anche Maria Antonietta Fanirelli costruisce un personaggio solido, robusto, germanico, impenetrabile, che tuttavia non riesce a nascondere dietro la corazza le debolezze. La loro cresciente tensione aumenta costantemente, tramutandosi alla fine quasi in un movimentato duello, da cui emergono echi, che sono i muti e assordanti riverberi della Storia e di chi è restato indifferente. Delicato e garbato.
A.G.



ELLA'S SECRET
scritto e diretto da Harris Freedman
con Lydia Biondi e Michetta Farinelli
assistente alla regia Mariateresa Pascale
aiuto regia Giovanni Morassutti
disegno luci Dario Aggioli

dal 20 gennaio al 10 febbraio presso

TEATRO MILLELIRE
via Ruggero de Lauria, 22 - Roma
Biglietti: intero €12 - ridotto €6.50

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