mercoledì 31 ottobre 2012

Due passi sono, vincitore Premio Scenario 2011, 30-31 e 1 al Teatro Due Roma

Al Teatro Due Roma è di scena fino all'1 novembre Due passi sono di Carullo-Minasi, spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2011 e del Premio In-Box 2012. Rappresentazione inserita nel cartellone de Le Vie dei Festival


Spesso adoriamo perderci dietro la complicatezza delle cose sperando di trovarci il vero; ciò che è complicato, è anche difficile da decifrare e questo fa sentire protetti. Fuggire è un atto semplice e ripetuto in questa quotidianità che divora, ma per giustificare la fuga ci costruiamo intorno tutto un mondo. Anche il coraggio è una cosa semplice, più della paura, ma ai nostri animi pavidi appare come una vetta impossibile da raggiungere: due passi sono e ciò che abbiamo meticolosamente costruito per difenderci si rivela un'essenzialità di plastica. Non sorprende che lo spettacolo di Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi abbia vinto il Premio Scenario 2011, il messaggio è forte, enorme, si posa delicatamente sull'animo di ognuno senza particolari sofismi. Con deliziosa semplicità arriva fin dentro le nostre intime profondità, dove incatenati dalla paura cerchiamo appigli per non compiere quei due passi: allora capita che due esseri minuscoli abbarbicati su una sedia riescano a dare una lezione a tutti. Pe e Cri, un uomo e una donna dalle fattezze ridotte, vivono teneramente in un mondo fatto di difese, rifugiati in uno spazio miniaturizzato. Sopravvivono immunizzandosi dal mondo esterno che potrebbe non accoglierli, tra pillole e carezze al lattice, inventando intorno a se stessi un universo di distrazioni e bugie che li preservi. L'istinto alla vita è però più forte e, in un sentiero in cui fioriscono desideri e speranze, si lasciano andare a riflessioni poetiche ed autoironiche: iniziano così la loro battaglia per imparare a non fuggire, iniziano così a prendere consapevolezza del limite affrontandolo. Mentre crescono i desideri lo spazio si fa non solo piccolo, ma stretto, è Pe, con le sue gambe molli, ad esprimere il desiderio di uscire, è in lui con la sua immobilità fisica che fiorisce il sogno d'altrove, è lui a contagiare l'immobilità esistenziale di Cri. Due esistenze buffe, installate in un contesto assurdo dai richiami Beckettiani, ma che anziché attendere reagiscono e compiono l'azione che li salva. Perché la felicità è lì, a portata di mano, per tutti, non si attende ma si conquista, nostri sono i desideri e nostre sono le gambe con cui raggiungerli. E poco a poco loro diventano giganti, noi quelli minuscoli, sempre più piccoli, sprofondati nelle nostre poltrone vorremmo sparire, nasconderci ancora, perché il mondo non ci vuole. Ma il mondo è alla nostra portata, così come la felicità, Due passi sono, ce lo hanno insegnato Pe e Cri, o meglio Giuseppe e Cristiana: già, perché questo è soprattutto il loro spettacolo, il quale ha una genesi autobiografica - tanto da assegnare ai personaggi i propri nomi - ma che si è evoluto poi in qualcosa di più ampio, compiendo quel necessario salto dal personale all'universale. Uno spettacolo è anche ciò che dentro rimane, oggi spesso l'attenzione è posta alla pura forma, dimenticando la sostanza, o magari nascondendola in un involucro capibile da pochi: Pe e Cri fanno l'inverso, con naturale genuinità hanno reso un messaggio fruibile a tutti. 
A.G.


DUE PASSI SONO (vincitore Premio Scenario per Ustica 2011)
regia, testi e interpretazione di Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi
scene e costumi Cinzia Muscolino
disegno luci Roberto Bonaventura
aiuto regia Roberto Bitto
collaborazione Giovanna La Maestra
produzione e organizzazione Il Castello di Sancio Pancia

inserito nella programmazione de Le vie dei Festival

30-31 ottobre e 1 novembre presso

TEATRO DUE ROMA
Vicolo dei Due Macelli, 37 (M Piazza di Spagna) – 00187 Roma
Biglietti: €15 - ridotti €12

INFO E PRENOTAZIONI: 06/6788.259 o teatrodueroma@virgilio.it

 
Leggi tutto...

lunedì 29 ottobre 2012

Riflessi della settimana teatrale (8): consigli e sconti. Teatrare per non affogare.

Ancora lampi illuminano l'orizzonte, l'aria vibra e scuote le finestre; pioggia, fitta, che rinchiude gli umani e non li fa uscire. Sarà che la televisione ormai quando è prevista pioggia grida: "Allarme! Tutti al riparo!".Tutti fuggono, trepidanti e preoccupati, come se da un momento all'altro un'onda possa portarli via. Una cosa è certa: che siate in casa o fuori non sfuggireste al disastro, che vale dunque rinchiudersi? Il sole è dentro cari amici, in noi teatranti arde e svanisce mai dietro le nuvole, noi andiamo avanti anche per pochi, noi ogni giorno andiamo alle prove ed è un mestiere faticoso, molto; ma se veniste è meglio. Il nostro corpo è composto di acqua, la stessa acqua ci terrorizza quando invece dovremmo accoglierla come sorella e parte di noi. Suvvia, che sia con l'auto o col canotto, aprite il portone e abbracciate la nuova settimana. Sicuramente vale rischiare, prendete la canoa e sfidate le rapide tra le antiche mura romane e dirigetevi verso il Teatro Due Roma per un'occasione da non perdere: giovane compagnia ma ottimo biglietto da visita, vincitori del Premio Scenario per Ustica 2011 con Due passi sono, Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi saranno in scena per Le vie dei Festival da martedì 30 a giovedì 1. Probabilmente riuscirà a vedere il sole - dato che rimarrà in scena  fino all'11 novembre - "Look up, America!", dramma comico di Marco Melloni con Ugo Dighero, omaggio al volo, alla caduta, al destino americano dell'11 settembre. Se poi riusciste a scrollarvi di dosso la paura di navigare potreste persino azzardare una gita in barca fino al Teatro Biblioteca Quarticcolo, da Coso e Cosa, due tossici di coca provenienti da due mondi diversi (un figlio di papà e una ragazza di borgata), ora mescolati in un unico destino dal titolo Ladyoscar. Sì, perché certamente la pioggia non è peggio della guerra, provate ad andare al Teatro Vascello sabato 3 e domenica 4, sul cui palco, con la regia di Marinella Anaclerio, si rappresenterà Guerra dell'autore svedese Lars Norèn, il cui testo analizza tutte le ferite che i soldati riportano a casa come medaglie. O altrimenti per salvarvi sapete cosa potreste fare? Prenotare un posto all'Argentina dal 4 al 6 novembre, su in alto, in galleria, aspettare che l'acqua inondi il teatro e nel frattempo assistere ad un interessante esperimento drammaturgico: sono quattro gli autori di Call Me God ( Gian Maria Cervo, Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier, Rafael Spregelburd), ognuno dei quali, partendo da un fatto di cronaca americana, ha scritto un testo autonomo consultandosi con gli altri, messi poi insieme nella stesura finale da von Mayenburg, non omologandone gli stili ma esaltandone contrasti e differenze; spettacolo inserito nel programma del Romaeuropa Festival. Ammettiamo di non averlo mai visto in teatro, quindi non sapremmo pronosticare cosa è e sarà l'Otello di Massimo Dapporto, ma possiamo dirvi che vedemmo un memorabile Maurizio Donadoni (Iago) ne Il custode dell'acqua qualche anno fa al Teatro India, ragion per cui vi suggeriamo Otello al Quirino da martedì 30  a domenica 11 novembre (sconto -40/44%); anche perché c'è sempre curiosità intorno ad un classico e inoltre parlando noi di acqua, non possiamo che inserire uno spettacolo che sguazza tra Venezia e Cipro. Se proprio non siamo riusciti a smuovervi dalla vostra poltrona, vi diciamo allora che Antonio Rezza - in attesa di tornare al Vascello a dicembre - sarà al Teatro Tor Bella Monaca il 2 novembre con Doppia identità elevata al superficiale, il quale raccoglie estratti di diverse opere, il 3 novembre con Pitecus. Probabilmente il colpo di grazia ve lo darà vostro figlio, vi tirerà per la giacca e vi costringerà ad uscire: per i piccoli Baby Don't Cry è al Teatro Vascello domenica 4 ore 17.00, un progetto di Babilonia Teatri partito da una semplice domanda: "cosa succede quando piangi?"; al Teatro Mongiovino da mercoledì 31 a domenica ore 16.30 spazio alle avventure di Jack Lanterna e il Diavolo, del loro rapporto fatto di scherzi, inganni, tranelli, di amicizia e di rivalità attraverso azioni attoriali e movimenti marionettistici; infine al Teatro Ghione L'isola che non c'è (sconto 40%), uno spettacolo ispirato al film "L'attimo fuggente", che vede in scena Valeria Valeri insieme ai Piccoli per Caso, prima compagnia in Italia di bambini professionisti dai 10 ai 15 anni: attenzione però a non tramutarli in baby-divi. Che altro dire? Ci rileggiamo la prossima settimana, se ce lo permetterà la pioggia: Buon Teatro.
A.G.

 

 RIEPILOGO SPETTACOLI

- Due passi sono, regia Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi, 30/10 - 01/11, Teatro Due Roma;
- Look up, America!, regia Marco Melloni e Ugo Dighero, 30/10 -11/11, Teatro Dell'Orologio;
- Ladyoscar, regia Ferdinando Vaselli, 31/10 e 01/11, Teatro Biblioteca Quarticciolo;
- Guerra, regia Marinella Anaclerio, 3 | 4 novembre, Teatro Vascello;
- Call me God, regia M. von Mayenburg, 4 | 6 novembre, Teatro Argentina;
- Otello, regia Nanni Garella, 30/10 - 11/11, Teatro Quirino; (ridotto! sconto 44%, prenota ora)
- Antonio Rezza al Teatro Tor Bella Monaca il 2 e il 3 novembre;
- L'isola che non c'è, regia Guido Governale e Veruska Rossi, 25/10 - 11/11, Teatro Ghione (ridotto! sconto 40%, prenota ora)

BAMBINI


- Baby don't cry, Babilonia Teatri, domenica 4 novembre ore 17.00, Teatro Vascello;
- Mio fratello Jack, regia Elisa Viola, 31/10 - 04/11, Teatro Mongiovino



Leggi tutto...

sabato 27 ottobre 2012

A bordo di una linea di Riccardo Ricci, Teatro Due Roma. 26 | 28 ottobre

Una serata uggiosa, dal cielo plumbeo, la città eterna che diventa un eterno fantasma. Non sappiamo se sia un fenomeno esclusivamente romano o di tutta l'Italia, fatto sta che un po' di pioggia basta a far rimanere a casa la gente, anche se ha già prenotato un posto a Teatro. Facebook e la televisione sono diventate comode alternative ai rapporti umani, perché mai si dovrebbero affrontare i visi umani e conoscersi con questo tempo? Non ci conosciamo, non vogliamo conoscerci, tanto meglio divano e tecnoipnosi, tanto meglio mostrare agli amici di facebook quanto sia meravigliosa la nostra vita. Fuggiamo, come i due personaggi di A bordo di una linea di Riccardo Ricci, ma il loro è un isolamento privo di modernità accessorie, è un atto volontario di chi si rifiuta di aprirsi all'altro. Per contrasto il giovane autore/attore decide invece di presentarsi, abbandonando la convenzionale barriera della quarta parete, per fare la nostra conoscenza. Accoglie gli impavidi reduci della pioggia come una maschera: "Buonasera e benvenuti, io sono l'autore" come un pugno che bussa alle nostre porte chiuse mettendo in agitazione il nostro isolamento. La porta si schiude leggermente, ci si può sedere con una disposizione d'animo più aperta. Un tentativo di coinvolgere che per questo porta alls scelta dell'alternanza di recitato e narrazione; quest'ultima però non è più così diretta, gli occhi non sono più sul pubblico, non ricercano più quel contatto diretto, ma scrutano il vuoto orizzonte, chiusi in una bolla: non siamo più amici pronti a conoscerci, ma semplici spettatori. L'approccio iniziale resta dunque isolato a se stesso, la sua linea s'interrompe con l'accendersi delle luci sul palco, dove un altro muro si erge e non si abbatterà mai: è quello che divide Remo e Blu, un geometra e una ballerina di burlesque, i quali si ritrovano a condividere lo stesso appartamento. I due fanno tutto ciò che fanno gli uomini, ovvero parlano, litigano, si toccano, si baciano, si amano o così credono, ma è pura forma esteriore perché non si conoscono e non lo faranno: non perché non riescono, ma perché non vogliono, ognuno si tiene stretta la propria solitudine (come chi stasera ha deciso di murarsi vivo in casa). Il loro è un parlare non parlato, è un semplice suono articolato riempito da movimenti ripetitivi. Non si guardano mai, gettano le loro parole l'uno sull'altro, si muovono come marionette e senza sosta, perché fermarsi vuol dire offrire il proprio corpo e scoprire all'altro le proprie vulnerabilità. Si amano, un amore non voluto ma capitato e, come capita di incontrarsi si lasciano, ognuno seguendo la linea della propria solitudine. Un lavoro che forse evidenzia un'idea più forte dell'effettivo sviluppo, una drammaturgia immatura ed ancora in fase germinale, cui si affianca una regia che appare poco incisiva pur nella sua ricercatezza. Tutto accade in fretta, un cannone puntato verso la linea d'uscita e se i personaggi possono rimanere un mistero per se stessi, questo non può accadere per il pubblico che deve poter individuare la loro parabola; questa è invece un arco fugace, appena accennato, spinto verso il conflitto più dalla volontà del conflitto che non dall'effettivo sviluppo e giustificazione. Tra questi tratti incompleti, si inserisce una regia che tenta di esplorare la via di una ricerca corporea, per dare forma (fisica e concettuale) attraverso movimenti ossessivi e ripetuti, alla loro volontà di non incontrarsi. Sebbene l'intuizione potesse aprire porte interessanti, non si è sviluppata pienamente, restando un'ipotesi leggera, talora persino svogliata, priva di quella forza comunicativa che avrebbe potuto tramutarla in linguaggio al pari della parola. Come talune scelte sceniche, che anziché legarsi alla storia, sono rimaste puro ornamento. Un lavoro dunque - come tutti i primi esperimenti - che avrebbe potuto essere e non è, di cui abbiamo visto il seme ma non colto i frutti, ma che può segnare la strada da cui partire per futuri lavori.

Matteo Di Stefano
   


Spettacolo inserito all'interno della rassegna Sguardi S-velati: punti di vista al femminile

A BORDO DI UNA LINEA
di Riccardo Ricci

Regia  Damiana Leone
Con Riccardo Ricci e Monica Garavello

Luci e scene Alessandro Calabrese
Foto Michela Amadei
  
26 | 28 ottobre presso

TEATRO DUE ROMA
Vicolo dei due macelli 37, Roma
Biglietti €12 - Ridotti €10
info e prenotazioni:  06 6788259

   
Leggi tutto...

mercoledì 24 ottobre 2012

Core Spezzato di Carmine Borrino, Teatro Millelire 23|28 ottobre. Recensione




Alla fine abbiamo un po' scherzato con i gestori del Teatro Millelire. C'era un malumore da sfogare attraverso la penna ed una recensione spietata: non ce ne hanno dato la possibilità, l'applauso è a piene mani, il buon teatro sa rimediare ad ogni cruccio. Usciamo rinvigoriti, soddisfatti e non possiamo che lasciare nella penna quella freddezza analitica che è un utile strumento di vivisezione. E qui dobbiamo prima di tutto muovere un elogio ai proprietari del teatro, i quali hanno improntato la stagione sulla linea della selezione e non come è d'uso in molti spazi dell'acchiappare tutto purché paghino la sala. Un inizio sicuramente promettente e, se è vero che non tutto è stato di nostro assoluto gradimento, è pur vero che non abbiamo assistito a spettacoli catastrofici di teatranti improvvisati, bensì a lavori spesso interessanti seppur migliorabili. Quello di stasera è stato invece una piccola, inattesa gemma. Non dovremmo lasciarci andare così, forse i più voraci critici troverebbero pur da criticare – noi siam primariamente nell'ordine attori/spettatori/recensori – ma ci siamo lasciati rapire dalla sua vitalità, dalla viscerale intensità dei tre interpreti. La penna ed il taccuino hanno giaciuto impotenti sotto la seggiola.
Un lavoro attraverso il quale Borrino esplora la tematica del dolore, che non manca di aprire altri spunti riflessivi, quali l'appartenenza, la cultura, la televisione che ci fa oscillare tra la realtà fisica ed una realtà da fiction. Tre personaggi semplici, non dall'alto profilo culturale, che tuttavia Borrino riesce a non tramutare in luoghi comuni o caricature, bensì li allontana dal pregiudizio mettendone in luce con chiarezza e umanità i sentimenti. Un realismo dei sentimenti che non sfocia nel puro realismo scenico, ma preserva un equilibrio tra verità e teatralità. Lo stesso tema dell'illusione televisiva è una bella fotografia, pur non diventando tesi dominante, mantenendo così centrale - arricchendola di interessanti sfumature - la tematica della sofferenza amorosa. Intenso, appassionato, tra i lavori più apprezzati al festival del Teatro di Positano, Core Spezzato è un parente stretto della sceneggiata, riprendendone alcune caratteristiche strutturali, ma contestualizzandole ad un linguaggio e ad una società mutati; una sceneggiata probabile, come l'ha definita lo stesso Carmine Borrino, autore, regista e interprete della pièce. Rinchiudersi tuttavia nella definizione di genere è superfluo, perché ciò che più conta è ciò che viene trasmesso; importante è dunque il come non tanto il cosa. Il come di Core Spezzato è qualcosa di pulsante, sanguigno, capace di aggrovigliare lo stomaco e trascinare all'interno di una verosimiglianza emotiva oscillante tra la realtà e la finzione onirica. La drammaturgia di Borrino è essenziale, tagliente, diretta, ricca di pause intelligenti e assai più piene delle parole stesse, senza battute in eccesso. C'è tanto di non detto nella contesa di quel piccolo maschio napoletano, in quel core spezzato della ragazza ucraina napoletanizzata a suon di promesse (Melania Esposito), in quella sensualità mediterranea della giovane e determinata ragazza napoletana (Sara Sacconi); tanto di sospeso, di vibrato solo attraverso uno sguardo o il corpo, un silenzio che si tende fino a spezzarsi per il colpo di scure della parola improvvisa. Questo in un recinto scenico costruito con estrema semplicità, tuttavia non privo di efficacia e non orfano di effetti – seppur garbati - teso anche a richiamare alla mente la miseria di una certa realtà sociale. Ed è nella semplicità che più acquista dimensione e concretezza la dimensione attoriale, la quale qui è un magma zampillante un'emotività tutta di pancia che arriva a perforare il muro che divide platea e palco, finendo per farti cadere e dimenticare la penna: bravi, pieni e generosi. Non c'è nulla di troppo, arriva, ti investe, ti lascia scoperto: si percepisce appena il ronzio del televisore che riempe, riempe il palloncino delle nostre speranze attraverso un oroscopo. Da vedere.
Alessandro Giova


CORE SPEZZATO
scritto e diretto da Carmine Borrino
con Carmine Borrino, Melania Esposito, Sara Sacconi

23 | 28 ottobre presso

TEATRO MILLELIRE
Via Ruggero de Lauria 22, 
Biglietti: €12 - Ridotti: €8 
Ufficio Stampa: Rocchina Ceglia 

 
Leggi tutto...

lunedì 22 ottobre 2012

Riflessi della settimana teatrale (7): consigli e sconti.

Ci piacerebbe tanto avere una settimana con giorni tanti giorni in più, perché ogni volta che diamo un'occhiata alla programmazione settimanale pensiamo "Oh, questo mi interessa.. ma anche questo.. e quest'altro...". Sono tante insomma, le cose che vorremmo vedere. Siamo sicuri che per molti non è così, e che forse ci sono persone che mai mettono piede in un teatro. Tranquilli, non vi uccidiamo, ma ci proviamo lo stesso: certo, scriviamo anche per voi che non andate mai. Perché crediamo che vi sbagliate, che, come a molti capita, il pregiudizio verso il teatro nasca spesso dalle scuole e dai pessimi spettacoli cui sovente i docenti sono soliti portare i propri studenti. Se avrete, un giorno, la fortuna di capitare allo spettacolo giusto, allora inizierete a cambiare idea. È il nostro auspicio. Intanto però accontentiamo gli amanti del cinema, segnalando che arriva nelle sale italiane la versione restaurata di C'era una volta in America di Sergio Leone, completa anche dei 26 minuti tagliati della precedente versione e che potrete ammirare nei cinema del circuito The Space. Passando al teatro, oltre agli spettacoli ancora in scena (vedi post precedenti) vorremmo oggi aprire con l'interessante proposta del Teatro Argot, dove da martedì 23 è in scena Diario di un pazzo, lavoro tratto da I racconti di Pietroburgo - Le memorie di un pazzo di Nikolaj Gogol', ma che sposta la vicenda nell'Italia degli anni '50 (info). Al Teatro Vascello, per il Romaeuropa Festival, debutta in prima assoluta mercoledì 24 il nuovo spettacolo targato ricci/forte, Imitationofdeath, di sicuro impatto e da inserire tra gli imperdibili. Dostoevskji è di scena al Teatro Eutheca, con Il grande inquisitore, tratto da I Fratelli Karamazov e con la prestigiosa firma alla regia di Peter Brook (20% sconto). Sono praticamente inseparabili e li vediamo spesso in cartellone, Paolo Triestino e Nicola Pistoia ripartono martedì 23 dal Teatro Cometa con lo spettacolo Trote di Edoardo Erba, in cui un pescatore incontra e contagia con la propria passione un passante con in mano analisi mediche che lo danno questi per spacciato (40% sconto). Terzo ed ultimo spettacolo al Teatro Vittoria per Ascanio Celestini, che da martedì 23 porta in scena Fabbrica chiudendo così il ciclo dei tre spettacoli per raccontare l'Italia. Uno sguardo datelo anche al Teatro Due Roma, dove di scena è A bordo di una linea di Riccardo Ricci, spettacolo di un giovane drammaturgo e attore, ed in quanto tale tutto da scoprire: è l'incontro di due solitudini moderne, un geometra dai sogni in gabbia ed una ballerina di bourlesque dal fascino letale. Sempre per il Romaeuropa, ma ospitato dal teatro Argentina dal 26 al 28 ottobre, è Birds With Skymirrors del coreografo Lemi Ponifasio, elegia alla natura e alla nostra appartenenza all'universo naturale attraverso danza, cerimonia, mitologia, evocazione. Questo è tutto quello che andremmo a vedere se avessimo soldi e tempo. Più, ovviamente, uno spettacolo che possa allietare il nostro fanciullo interiore: divertente ed educativo, Nel regno di Re... Ciclaggio al Teatro le Maschere, è un buon modo per sensibilizzare i più piccoli sul delicato tema dei rifiuti attraverso il ludico mondo del teatro. Probabilmente però, i bambini sono gli ultimi, ma proprio gli ultimi ad aver bisogno di questo spettacolo, dunque ci rivolgiamo direttamente a voi, oh fanciulli: portate i votri genitori a vedere questo spettacolo. Buon Teatro. 
A.G.

Abbiamo consigliato

RIDOTTI

Trote, regia di Paolo Triestino e Nicola Pistoia, Teatro Cometa, 23 ottobre | 18 novembre. (sconto 40%)
Il grande inquisitore, da I Fratelli Kazamov, Regia Peter Brook, Teatro Eutheca, 25 | 28 ottobre (-20%)

E NON SOLO
Diario di un pazzo, regia di Andrea Renzi, Teatro Argot Studio, 23 ottobre | 11 novembre
Imitationofdeath di Ricci/Forte, per Romaeuropa festival, regia di Stefano Ricci, Teatro Vascello 24 | 28 ottobre
Fabbrica di Ascanio Celestini, Teatro Vittoria, 23 | 28 ottobre
A bordo di una linea, regia di Damiana Leone, Teatro Due Roma, 26 | 28 ottobre
Birds with skymirrors, coreografie Lemi Ponifasio, Teatro Argentina 26 | 28 ottobre

BAMBINI
Nel regno di Re... Ciclaggio, Teatro le Maschere, domenica 28 ore 16.00 e 18.00 (biglietti)

Altre offerte su ROMA, MILANO, ALTRE CITTA'
Leggi tutto...

mercoledì 17 ottobre 2012

La morte della bellezza, 16-21 ottobre. Teatro Millelire

Sarà stata forse un po' di polvere giunta da quella Napoli bombardata, violento crimine che annienta la bellezza, ad aver messo a soqquadro la prima de La morte della bellezza al Teatro Millelire; pulviscolo, tanto basta a creare un problema di contatto, far ripartire uno spettacolo tre volte e mettere alla prova la concentrazione delle interpreti. E, come per ristabilire un suono, vorremmo che un soffio potesse bastare anche a restaurare di una città la bellezza.  Martoriata ma viva, nella gente, nei racconti, nelle parole, nell'anima dei suoi figli, caldi e indomabili, cui l'amore per la propria terra non ha pari e soffiano, per scostare macerie, soffiano e urlano "Napoli è bella!". 
Si stringono i pugni, si chiamano a raccolta le energie di quella iniziale tensione da prima che han rischiato di disperdersi, si soffia, si riparte "Come era bella Napoli quarant'anni fa..". Nel volto di Nadia Baldi scoviamo tuttavia amarezza, perché sì, questo spettacolo che ha debuttato a Benevento nel 2005 e che d'allora non si è più fermato, per lei è un pezzo di cuore; ma un incatesimo, con la stessa facilità con cui svanisce, può tornare, un soffio ed ecco, si riesce ad entrare nella penna barocca di Giuseppe Patroni Griffi, percorrere le emozioni e i conflitti del sedicenne Eugenio e del giovane tedesco Lilandt, trovar riparo dalle bombe in un amplesso proibito, omosessuale, ancora oggi tabù e proprio perché tale, tanto abusato e volgarizzato; ma è qui qualcosa di più profondo e vivo, qualcosa che vive del sentimento e non del nome che ad esso si dà. Un sentimento cui si dà voce femminile, universo più distante dal rapporto "uomo-uomo" e forse per questo più pronto ad indagarlo nella sua essenzialità. Uno spettacolo che non si guarda, ma si ascolta, per cogliere a pieno il distillato che Nadia Baldi ha spremuto dal romanzo e su cui ha costruito abilmente giochi di voci soprapposte, che sfumano e si inseguono. Occhi chiusi dunque, perché ciò che si vede sono quattro donne ad un leggio e dei musici, mentre ciò che si ascolta è la vera storia, ciò cui la nostra mente deve dar forma modellando le parole. Una costruzione che tecnicamente si è snodata in maniera quasi impeccabile, le voci si legavano saldamente una all'altra, come una catena, finendo per creare un legame unico e indissolubile: gran merito dunque va dato al gruppo per non essersi scomposto e non aver mandato in frantumi il fragile disegno. Se la narrazione ha dato prova di grande solidità strutturale, altrettanto e pari lodi non è possibile muovere all'impianto musicale, nonostante la sua importanza. Traduzione ritmica ed emotiva del racconto attraverso le note, pur nella sua utilità in momenti più caotici come i bombardamenti, l'apparato musicale è sembrato debole, poco penetrante come invece ci si aspetterebbe in questi casi. Non volendo qui gettare la croce addosso alla bella voce di Roberta Rossi ed alle esecuzioni polistrumentali di Andrea Bonioli (autori dei pezzi eseguiti), ma una maggiore varietà strumentale - come in altri casi si è avuta - avrebbe dato maggiore omogeneità, riducendo la distanza tra i due corpi fondanti dello spettacolo. Più che una critica un rammarico, ma certamente lo spettacolo si può apprezzare per la sua buona fattura e spesso, dal levarsi di un cumulo di polvere, si riesce ancora a intravedere quella bella Napoli che ancor vive nei suoi figli.

Recensione a cura di Alessandro Giova


LA MORTE DELLA BELLEZZA
voci in concerto per Giuseppe Patroni Griffi
Regia Nadia Baldi
con Nadia Baldi, Antonella Ippolito, Marina Sorrenti e Lia Zinno
musiche originali Andrea Bonioli e Roberta Rossi

16 | 21 ottobre ore 21.00 (domenica 18.00), presso

TEATRO MILLELIRE
Via Ruggero de Lauria 22
Biglietti: intero 15 - ridotto 10 (prenotalo online)

Leggi tutto...

lunedì 15 ottobre 2012

Riflessi della settimana teatrale (6): consigli e sconti. Non solo teatro

Abbiamo ancora negli occhi una meraviglia fiabesca, dunque cogliamo l'occasione per ricordare anche questa settimana che fino al 4 novembre è in scena al Piccolo Eliseo La macchina dei desideri di Giampiero Rappa (recensione); un altro spettacolo che riproponiamo è Dignità Autonome di Prostituzione, ormai più che uno spettacolo un evento visto che calca le scene da cinque anni, in visita quest'anno all'Ambra Jovinelli fino al 4 novembre. La settimana scorsa abbiamo inserito un intruso musicale, questa settimana partiamo da un intruso cinematografico: al Palaexpò parte martedì 16, e proseguirà fino a maggio, A qualcuno piace classico, una rassegna che ripropone, nello splendore dei 35mm, alcuni capolavori della storia del cinema. Gli appuntamenti con la pellicola sono ogni due settimane, sempre di martedì, l'ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti (maggiori info). 
Per quanto riguarda il teatro, questa settimana proponiamo una settimana variegata, che spazia dai grandi autori come Ibsen, fino ad arrivare alla danza, la musica e l'acrobatica. Apriamo con il primo spettacolo in cartellone al Teatro Eliseo, che vede impegnato un grande cast formato da Massimo Popolizio, Lucrezia Lante della Rovere e Manuela Mandracchia: è la storia di un grande banchiere incorso in un fallimento finanziario e, si direbbe, una storia dei nostri giorni, ma la penna che ha partorito John Gabriel Borkman è di Henrik Ibsen ed il testo risale addirittura al 1896 (sconto 48%). Scorrendo un po' la lista di attori, sicuramente di primo piano sono quelli di scena all'Eliseo, ma vorremmo suggerire come seconda scelta Cittadine Straniere al Teatro Due Roma, spettacolo inserito nella rassegna Sguardi S-velati, che vede protagoniste due donne, una delle quali è Giulia Bonarcin, giovane attrice da seguire, la quale apprezzammo molto in uno spettacolo al Cometa Off la passata stagione e che, qualora confermasse le sue doti di attrice intensa e sensibile, può valere da sola il prezzo del biglietto. Riapre i battenti il Teatro Argot Studios, piccola realtà di grande importanza nel panorama romano, proponedo fino al 21 ottobre Oibo' sono morto, spettacolo vincitore de I Teatri del sacro, che mette in scena una surreale ed originale riflessione sul senso della vita. Sì sa, il water ispira grandi riflessioni, perché non usarlo come luogo teatrale da cui affacciarsi per alcune riflessioni sulla nostra quotidianità? È lo spettacolo Giù di Spiro Scimone, dal 18 al 21 ottobre al Teatro Argentina. Sempre all'Argentina, ma due giorni prima (ci piace passeggiare avanti e indietro nel tempo) protagonista è il circo, Circus Klezmer è uno spettacolo tutto da scoprire, divertente, travolgente e commovente anche, che miscela ingredienti variegati: giocolieri, clown, musica popolare e, ovviamente, la forza attrattiva e magica del Teatro (16 e 17 ottobre). Ce ne hanno parlato fin troppo bene, non possiamo dunque che inserirlo nella lista: parliamo di La morte della bellezza in scena da martedì 16 al Teatro Millelire; spettacolo che ha la forma della lettura-concerto e trae ispirazione dall'omonimo romanzo di Giuseppe Patroni Griffi, storia omosessuale di due giovani sullo sfondo di una Napoli sconvolta dai bombardamenti della II guerra mondiale (33% sconto). Restiamo nel campo musicale, questa volta però le risate sono assicurate con uno squinternato quartetto di PaGAGnini in concerto al Teatro Olimpico dal 16 al 20 ottobre, e riderete ancora di più sapendo che lo spettacolo è scontato del 70% e può esser vostro per 10 euro, occasionissima! (cliccate qui) È la volta di un nome popolare della letteratura, Stefano Benni, che firma testo e regia de Le Beatrici al Sala Umberto dal 16 al 21 ottobre. Ascanio Celestini continua la sua "occupazione" del Vittoria, dopo Pro Patria è il turno di Fila Indiana, secondo spettacolo del ciclo "Tre spettacoli per raccontare l'Italia". Ci sembra curioso e interessante l'accostamente tra teatro e danza fatto per La chiave dell'ascensore di Ágota Kristóf (fino al 21), di cui Paola Maffioletti firma regia e coreografia; protagoniste in scena Ester Albano nel ruolo della protagonista e Caterina Genta suo alterego danzante. Queste le nostre prime scelte, vi informiamo inoltre di: La solitudine del Re, alla sala Gassman Teatro dell'Orologio dal 16 al 21, spettacolo che mette al centro un tema che evidentemente piace molto ai teatranti, ovvero Aldo Moro (adatto ai più storici); sempre al Teatro dell'Orologio è possibile assistere dal 16 al 28 a Veronica, che citiamo anche per mostrarvi come Berlusconi sia riuscito ad entrare addirittura in teatro ispirando monologhi femminili; infine, dopo quello non certo eccellente al Cometa Off lo scorso anno, un nuovo Closer è di scena al Teatro Lo Spazio dal 18 al 21, suggerito primariamente per la potenza del testo; temiamo, tuttavia, che anche questa rappresentazione non sarà memorabile (voci di corridoio). Dunque, dunque, dunque: Buon Teatro e dintorni.

Abbiamo parlato di:

RIDOTTI


.. E NON SOLO...

Cittadine Straniere, regia Rosi Giordano, Teatro Due Roma, 19 | 21 ottobre;
Oibo' sono morto, regia Giovanna Mori, Teatro Argot Studios, 16 | 21 ottobre;
Circus Klezmer, regia Adrian Schvarzstein, Teatro Argentina, 16 | 17 ottobre ;
Giù, regia di Francesco Sframeli, Teatro Argentina, 18 | 21 ottobre;
Le Beatrici, scritto e diretto da Stefano Benni, Sala Umberto, 16 | 21 ottobre;
Fila Indiana, Ascanio Celestini, Teatro Vittoria, 16 | 21 ottobre;
La chiave dell'ascensore, regia e coreografia Paola Maffioletti, fino al 21 ottobre.
A qualcuno piace classico, rassegna cinematografica al Palaexpò (info)

.. E ANCORA
La solitudine del Re, regia Mauro Monni, Teatro dell'Orologio, 16 | 21 ottobre;
Veronica, regia Fabio M.Franceschelli, Teatro dell'Orologio 16 | 28 ottobre;
Closer, regia Michele di Francesco, Teatro Lo Spazio, 18 | 21 ottobre.

ANCORA IN SCENA

Dignità autonome di prostituzione, regia L.Melchionna, Ambra Jovinelli fino a 4 novembre

Leggi tutto...

venerdì 12 ottobre 2012

Il favoloso mondo di.. Rappa. La macchina dei desideri, Piccolo Eliseo fino a 4 novembre




A chi sa attendere il tempo apre ogni porta (cit.) 

Questo è un piccolo blog. Questo è un piccolo blog che si colloca lontano dalla realtà. Questo è un piccolo blog che a suo modo parla di teatro. Un piccolo blog che raramente parla dei grandi, perché si sente piccolo e non degno; non propone verità, ma parla di quel che sente in base a ciò che è ed alla propria esperienza. Un piccolo blog che vuole appartenere ad un mondo ed ama la magia: e quando una sera, sedendo in teatro scopre la magia, è felice di appartenervi. Ha un desiderio questo piccolo blog: vedere il Piccolo Eliseo popolarsi di desideri, di gente in fila per assistere a La macchina dei desideri di Giampiero Rappa. Affascinante, divertente, commovente, uno spettacolo che può allietare i gusti di tutti: la storia Obetrek e dei suoi abitanti, un villaggio colpito dalla crisi economica e dalla siccità; un luogo senza tempo, ammesso che la parola tempo abbia realmente un significato; due commercianti, una macchina dei desideri. Un viaggio di un'ora e mezza in un reale incantato che potrebbe essere un minuto o un'eternità. Così Rappa ci rapisce, così scardina i tabù del teatro contemporaneo e del suo mercato, con estro, coraggio e un po' di incoscienza. Una sfida e una scommessa è la macchina dei desideri, perché tenta di oltrepassare il racconto del reale con il reale, narrando invece attraverso una fiaba; perché preferisce ai periodi brevi i periodi lunghi, che all'asciuttezza che vuole apparir vita antepone un linguaggio poetico di giochi letterari. Una formula che dà piena forma e libertà all'espressione degli attori (e onora il mestiere), i quali ripagano abbondantemente autore, pubblico e se stessi. Non ultima la scelta di creare un testo con otto attori (tredici personaggi), evento raro per un testo contemporaneo dove quattro personaggi sono già un lusso. Ragioni di mercato si dice, ma oseremmo dire anche ragioni di merito: maggiore è il numero dei personaggi, maggiore sarà la complessità del loro sviluppo. Ma Rappa è drammaturgo capace, quadrato, in grado di creare i propri personaggi con attenzione e delle caratteristiche precise, ognuno con una propria identificabilità, con obiettivi ben definiti, dando concretezza anche a quei divertenti e grotteschi personaggi secondari (ma non marginali) che appaiono per una sola scena. Il teatro che racconta storie, il teatro fatto anche di artifici noti e consolidati ma messi al servizio del contemporaneo, magari con una spruzzata di nostalgica magia, un teatro che non è puro concetto, ma unisce storia e concetto. Crediamo, speriamo, che la macchina dei desideri questa sfida possa vincerla, perché se proprio non può piacere a tutti, piacerà a molti: lo capiamo dagli sguardi in platea, dalle vibrazioni che percorrono il pubblico, dagli attimi di silenzio a quelli di più vivo giubilo, da come gli animi si adattano a ciò che avviene, dai visi più soddisfatti che infelici al suo termine.
E già, già ci par di udire taluni suonatori stonati reclamare il proprio tempo, la propria realtà, ma è proprio nel raccontare il reale attraverso il reale che si rischia il puro documentare, che si deprime il racconto privandolo del futuro, rendendolo parola chiusa e circoscritta al proprio tempo. La fiaba: essa porta in sé i caratteri dell'eternità e con essa Rappa dimostra d'essere il più vero di tutti. Non siamo forse noi quelli delle crisi che, ancor prima che economiche ed ambientali, sono una crisi dell'Uomo? Non siamo forse noi a distruggerci con i nostri desideri frivoli e confliggenti, incapaci di andare oltre il nostro naso e desiderare la pioggia? O noi che esaltiamo la purezza e l'altruismo di un bambino, del quale poi corrompiamo l'animo demonizzandolo? Siamo noi, sì, e lo scopriamo grazie ad una fiaba che sembra non aver tempo, né luogo, ma al tempo stesso ci rappresenta tutti. Perché se qualcosa manca, oggi, al teatro e alla vita, non è la sofisticheria, ma quel po' di poetica magia, quel po' di semplicità fiabesca che tenti di divenire universale. E uscendo dal teatro, non c'è più quella Roma chiassosa e intristita, gli occhi son ancora velati di sogno, la gente dallo sguardo incantato stringe tra i pugni un cartoncino colorato e corre, corre verso la macchina dei desideri (esiste!) posta davanti al Teatro Eliseo che raccoglie ogni sera centinaia di desideri lasciati da passanti e spettatori. Quello che all'inizio sembrava un semplice gioco è diventato di colpo un qualcosa di serio, un qualcosa cui si crede davvero e tutti hanno un aspetto più solenne nell'infilare il proprio desiderio, sperando che funzioni veramente. Una favola? A noi piacciono le favole. Meraviglia.

Recensione a cura di Alessandro Giova


LA MACCHINA DEI DESIDERI
scritto e diretto da Giampiero Rappa
con Silvia Ajelli, Cristina Cavalli, Massimo De Lorenzo, Massimiliano Graziuso, Sergio Grossini, Francesco Guzzo, Mauro Pescio, Antionio Zavatteri

9 ottobre | 4 novembre presso

TEATRO PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
Via Nazionale 183, Roma 
Tel. 064882114 | 0648872222
Biglietti: €22 - Online: €18 - Promozioni speciali: €10

 
Leggi tutto...

mercoledì 10 ottobre 2012

Sotto un manto di stelle - La mano in tasca, Teatro Millelire 9 | 14 ottobre. Recensione



C'è una parola che ricorre in questi nostri tempi presenti. Una parola che non possiamo ascoltare senza lasciarci andare a qualche sospiro di preoccupazione, che ci lascia impietriti ed impotenti. Una parola che leggiamo, ascoltiamo, viviamo. Una parola dalla quale fuggiremmo volentieri ma che è destinata ad inseguirci come un'ombra minacciosa. Grandi professoroni e saccenti profeti non perdono l'occasione per mostrarci il nocciolo del problema e proporci soluzioni. Ne parlano i giornali, le televisioni, la gente comune nei bar, ne parla l'aria, pesante ed assordante, infetta come un virus le vite e ne contamina ogni aspetto. Una parola così,   non può che finire per essere anche motivo di esplorazione teatrale. E' la tanto temuta crisi, presupposto  da cui è partita Giselda Palombi per i suoi due lavori "Sotto un manto di stelle" e "La mano in tasca", raggruppati in un'unica messa in scena per il filo che li lega. Formatasi teatralmente con Dario Fo, di cui è stata anche valente collaboratrice esibendo in pubblico dei suoi testi, la Palombi ha da tempo iniziato il suo percorso indipendente con la Compagnia Grosso Gatto di Latina, di cui è autrice, regista e attrice. Un marchio che è rinvenibile certamente nelle tematiche affrontate, rappresentate spesso attraverso il grottesco - il riuscito personaggio della barbona ne è un chiaro esempio - che traggono spunto da temi d'attualità sociale e politica, senza però sfociare in lezioncine da professorone, bensì esplorandole gaiamente attraverso il giocondo girotondo teatrale; attraverso, anche, il coinvolgimento del pubblico, come vuole la tradizione giullaresca che vede nel pubblico non un soggetto osservante passivo, ma una linfa da cui attingere e di cui cercare il coinvolgimento. Con questo non diciamo che il teatro della Palombi ricalca in pieno il teatro di Dario Fo, ma si porta dietro alcune delle sue caratteriste. Un modo che attinge anche, ed inevitabilmente, dalle formule del teatro epico di Brecht. Effetto di straniamento e grottesco, questi gli ingredienti di cui maggiormente si compongono i due atti proposti dalla Palombi. Il primo, Sotto un manto di stelle, ambientato sopra il tetto di un palazzo, vede protagonisti tre improbabili personaggi: un avvocato che vuole uccidersi, una barbona, un parkour. Qui la crisi è solo un pretesto, la centralità è posta al confronto tra i tre personaggi, alle loro identità. Il secondo, La mano in tasca, ha sì la crisi come momento scatenante ed argomento principe, ma diventa il punto da cui partire per rovistare nella borsa alla ricerca di aspetti più concreti attraverso un linguaggio satirico. Due spettacoli dunque, sebbene per il secondo atto la parola spettacolo non rispecchia bene la sua natura, più riconducibile alla forma dello skecth. Nonostante il file rouge che li lega, ci vediamo costretti ad affrontarli in maniera distinta, perché i due atti si presentano in maniera diversa, seppur sotto una comune mano creatrice riconoscibile. Un primo atto che mostra una storia più strutturata, nella quale è possibile individuare un evolversi ed una direzione. E' soprattutto nel personaggio della barbona che più viene riposta l'attenzione, vuoi per il suo carattere coinvolgente, vuoi per il suo lato grottesco e divertente - a nostro vedere personaggio più riuscito - vuoi perché i folli, con la loro fantasia, ci propongono sempre delle soluzioni che soltanto perché abbiamo smesso di vedere il boa che mangia l'elefante bolliamo come folli.   Avvolti come siamo nel pragmatismo, dimentichiamo che spesso la chiave può essere: immaginare, al fine di mutare un accadimento negativo in un possibile, positivo rinnovamento. Qui la Palombi è certamente protagonista e può dare bella mostra degli anni passati col maestro Fo, ma la sua energia crea un certo dislivello: è lei a dettare il ritmo, spesso però non viene seguita e sorretta. Inoltre, la paventata ricerca identitaria dei personaggi ci pare molto vaga, non esplorata, soprattutto nei due ruoli maschili, molto statici (da un praticante del parkour ci si aspetta una diversa vitalità): ciò che sappiamo di loro è ciò che inizialmente ci presentano di se stessi, ma ci pare non compiano una vera e propria evoluzione/esplorazione. Sommariamente La mano in tasca produce un effetto unitario migliore, nonostante la struttura narrativa sia più semplice. Fatto dovuto, probabilmente, alla minore esuberanza del personaggio della Palombi, che porta così ad un livellamento e ad un maggiore equilibrio dei tre. Affiorano temi sociali e politici, spunta Equitalia, ma la lama non affonda del tutto, resta come un piccolo moto ridondante più volte ascoltato e nonostante anche questa seconda situazione non sia meno bizzarra della prima, è meno frizzante. Due lavori i quali comunque confermano l'attenzione riposta dal Teatro Millelire nella scelta programmatica, che hanno come obiettivo quello di rendersi fruibili e capibili da tutti: gag, improvvisazione, fluidità e comicità li rendono globalmente abbastanza godibili seppur con qualche limite. Tale gaiezza non porta tuttavia ad un totale coinvolgimento, non credendo che ciò sia dovuto all'approccio che non è quello tipico del teatro d'illusione, bensì ad un irregolare bilanciamento delle forze in campo e ad una non completamente sviluppata drammaturgia.

Matteo Di Stefano


SOTTO UN MANTO DI STELLE - LA MANO IN TASCA
scritto e diretto da Giselda Palombi
con Giselda Palombi, Alessandro Fiorenza e Christian Mastrillo

9 | 14 ottobre presso

TEATRO MILLELIRE
Via Ruggero di Lauria 22, Roma
Biglietti: €12 - Ridotto: €10 - Ridotto online: €8 (prenota ora)
Ufficio Stampa: Rocchina Ceglia


Leggi tutto...

lunedì 8 ottobre 2012

Riflessi della settimana teatrale (5): consigli e sconti.

Mentre Roma si appresta a compiere la sua trasformazione da città eterna a città eternamente triste, senza quei colori e quell'atmosfera che ad ogni città danno gli artisti di strada, noi siamo qui, un po' sgomenti, a cercare ancora una volta di mettere insieme quegli spettacoli e quegli eventi che possono risultare godibili; a tentare un approccio verso il navigatore convincendolo che talvolta può essere buono abbandonare quel po' di televisione che spesso assorbe per pigrizia ed abitudine, e riacquistare una familiarità con forme d'arte più genuine, vive, tangibili. È la passione a guidarci, magari non otterremo nulla, ma ci troviamo comunque un certo gusto. A maggior ragione ora che musei e teatri rischiano di rimanere i soli luoghi over poter fruire dell'arte; chissà per quanto tempo ancora. Questa settimana però, vorremmo partire non dal teatro, bensì dalla musica, rendendo omaggio ad un artista che noi stimiamo: Max Gazzè si esibirà venerdì 12 all'Anfiteatro Parchi della Colombo e, sicuri che a molti farà piacere, comunichiamo che sono disponibili biglietti scontati a €15 anziché €29! (Vedi qui). È strano vedere sconti per concerti, forse anche la musica dal vivo inizia a soffrire la concorrenza di video in alta definizione e 3D? Se c'è un desiderio che abbiamo è quello di non vedere una società completamente digitalizzata, per questo amiamo il teatro, perché è carne viva pulsante. Come dar voce e sostanza a questo desiderio, esistono forse macchine che possa realizzarlo? Una c'è, ed è La macchina dei desideri del nuovo testo di Giampiero Rappa in scena da martedì 9 al Teatro Piccolo Eliseo: in piena crisi, due commercianti decidono di costruire una macchina in grado di realizzare i desideri della gente, con conseguenze da scoprire fino al 4 novembre (sconto del 17%). Questa è la nostra prima scelta, sia perché ci fidiamo di Rappa, sia perché abbiam le saccocce piene di desideri da voler realizzare. Un altro nome grande e che ha la stima di molti sarà in scena al Teatro Vittoria, parliamo di Ascanio Celestini e del suo Pro Patria. Senza prigioni, senza processi in cartellone dal 9 al 14 ottobre. In attesa della ripresa ufficiale della stagione, il Teatro Eliseo ospiterà due spettacoli inseriti nel programma del Romaeuropa Festival, che offrono un bel mix di musica, danza e teatro (maggiori info). Vita è il titolo dello pièce al Teatro dei Conciatori, ma indagherà ben altri aspetti: tema centrale dell'opera scritta da Angelo Longoni è l'eutanasia, problema attuale ed irrisolto dimenticato dall'agenda politica. Se però cercate qualcosa di più frizzante, allora il vostro posto dovete prenotarlo al Teatro Due Roma, dove fino al 14 ottobre sarà in scena Tacchi Misti, una spassosa e divertente carrellata di donne moderne (recensione). Spesso andiamo a naso (coi libri funziona) e ci pare un titolo accattivamente Antigone fotti la legge, testo liberamente ispirato a Sofocle e che sarà al Teatro Duse fino al 14 ottobre (sconto 31%). La versione di Barney di Massimo Vincenzi, ispirata all'ominimo libro di Mordecai Richler, sarà ospite al Belli dal 9 al 28 ottobre e vedrà protaginista Antonio Salines (50% sconto). È sempre un gran piacere vederli tornare ad infettare i palcoscenici romani, uno spettacolo che sempre rimiriamo con piacere: parliamo del più grande puttanaio di attori mai esistito, ovvero di Dignità Autonome di Prostituzione, evento di cui non sveliamo alcun dettaglio e lasciamo, oltre che invitiamo, lo spettatore a scoprirlo da sé. L'evento, ospitato quest'anno dall'Ambra Jovinelli, aprirà le porte dell'inferno giovedì 11 ottobre, per chiuderle domenica 4 novembre. Non sappiamo molto su Horse Head di Damon Lockwood, se non che ha vinto la prima edizione del Roma Fringe Festival ed è ispirato ad una scena de "Il Padrino", in cartellone al Teatro Sette da martedì 9 e consigliato al pubblico con un animo più noir (sconto 26%). Siamo consapevoli che vi sono più suggerimenti che giorni della settimana, ma cerchiamo di offrire un ventaglio di scelta ampio. E ancora c'è posto per qualcosa, per il teatro dedicato ai più piccoli, che son forse i più pronti e puri ad accogliere certe forme artistiche: ispirata ad una fiaba popolare e spettacolo storico della Compagnia degli Accetella, L'ochina e la volpe (ridotto) è la simpatica storia di un'oca che fa le uova e di una volte che gliele ruba, sarà in cartellone al Teatro Mongiovino dal 6 al 21 ottobre (sab/dom 16.30); al Teatro Vascello sarà invece Il Principe Mezzanotte di Alessandro Serra ad accendere la fantasia dei più piccoli, dal 6 al 14 ottobre (sab. 17.00 | dom 15.00). Augurandoci che proprio dai più piccoli possa partire una nuova fiammata, novella linfa fantastica, contaminando le vie, le strade, l'aria, gli iPhone, raggiungendo le genti nelle proprie case, i governanti sulle proprie poltrone. Un sorriso, un teatro, per città meno tristi, più vive, persone più vere.

* Noi saremo al martedì Teatro Millelire per Sotto un manto di stelle - La mano in tasca; giovedì al Piccolo Eliseo con le nostre tasche piene di desideri

Abbiamo suggerito:

I RIDOTTI..

Concerto di Max Gazzè, Anfiteatro Parchi della Colombro, 12 ottobre (sconto 49%)
La macchina dei desideri, testo e regia G. Rappa, Piccolo Eliseo, 9 ottobre | 4 novembre (-17%)
La versione di Barney, regia Carlo Emilio Lerici, Teatro Belli, 9 | 28 ottobre (-50%)
Horse Head, regia Leonardo Buttaroni, Teatro Sette, 9 | 14 ottobre (-26%)
Antigone fotti la legge, regia Giovan Barloto Botta, Teatro Duse, fino a 14 ottobre (-31%)

 ..E NON SOLO

Pro Patria. Senza prigioni, senza processi. Di Ascanio Celestini. Teatro Vittoria, 9 | 14 ottobre
Vita, regia Angelo Longoni, Teatro dei Conciatori, 5 | 14 ottobre
Tacchi Misti, regia Ferdinando Ceriani, Teatro Due Roma 3 | 14 ottobre (recensione)
Dignità autonome di prostituzione, regia L. Melchionna, Teatro Ambra Jovinelli, 11 ottobre | 4 novembre


BAMBINI

L'ochina e la volpe, Teatro Mongiovino, 6 | 21 ottobre; (ridotto)
Il Principe Mezzanotte, Teatro Vascello, 6 | 14 ottobre


SCOPRI TUTTE LE OFFERTE NELLA TUA CITTA'

Leggi tutto...

sabato 6 ottobre 2012

Comunicati: Presentazione stagione 2012/2013 Accènto Teatro

L'Accènto Teatro il 3 ottobre 2012 inaugura la sua ottava stagione. Come ogni anno il delizioso spazio culturale del quartiere Testaccio dà vita ad un esilarante cartellone teatrale. Tanti gli spettacoli in scena che danno largo spazio a giovani artisti ma anche ad attori e nomi noti.
Ad alternarsi sul palcoscenico dell'Accènto diverse compagnie romane anche se non mancano proposte provenienti da altre zone d'Italia come la compagnia Belcan di Brescia che, dal 5 al 7 ottobre, apre la stagione con Il disperato caso di Michele Beltrami, testo vincitore del prestigioso premio Godot 2011.
Dal 18 al 28 ottobre sarà in scena Tredici ai tarocchi diretto da Gianfranco Mazzoni, sette storie e in scena quattro attori, con l’unico obbiettivo di dar voce a fatti e persone che vediamo tutti i giorni, ma a cui non prestiamo attenzione perché presi dalle nostre frenetiche vite.
Per la prima volta a Roma la Compagnia di Livorno, dall'8 all'11 novembre presenta Teste di rame una delle storie tragicomiche del dopoguerra italiano, narrata con ironia e poesia da Andrea Gambuzza e Ilaria Di Luca.
Un volto noto al pubblico del piccolo schermo, ma che frequenta assiduamente le tavole del palcoscenico, è Alexandra Filotei, attrice nella serie televisiva i Cesaroni, ospite a Zelig ed ora di SPQR su Sky che, insieme a Mimmo Strati, dal 15 novembre la 9 dicembre porta in scena Sesso, amori e altri impicci.
Dal 13 al 16 dicembre le opere d'arte realizzate con ceramica e bottoni da Teresa Nervegna e Francesca Devescovi, sono le protagoniste di Manipolazioni Vernissage.
Dal 17 gennaio al 3 febbraio è la volta di Cheek to cheek di Marco Cavallaro che, visti i recenti successi in tutta Italia di Pericolo di coppia si presenta all'Accento con questo nuovo testo.
Un pizzico di erotismo e tanta ironia sono gli ingredienti del grande ritorno di Claudia D’Angelo e Vivì la Gloire, dal 6 al 10 febbraio, con le loro imperdibili Lezioni di Burlesque, uno spettacolo irriverente e coinvolgente.
Claudio Zarlocchi dirige, dal 14 al 17 febbraio, Scarpe da donna, liberamente tratto da Accessories di Gloria Calderon Kellet
Una prima nazionale, che debutta il 21 febbraio fino al 3 marzo, per la regia di Claudio Insegno, è Al di qua di ogni aspettativa, esilarante e impegnativa prova d'attore, scritto e interpretato da Stefano Miceli e Andrea Lolli (volti già noti al pubblico teatrale, televisivo e radiofonico), con le musiche di Stefano Senesi, musicista, tra gli altri, di Renato Zero.
Per il terzo anno consecutivo, dal 7 al 24 marzo, Sergio Viglianese, il Gasparetto di Zelig, debutta con una nuova irresistibile commedia, quest’anno coadiuvato con la poliedrica artista Gloria Vigorita in Morto dal ridere.
Un altro importante debutto, è quello "virtuale" di Chiara Gamberale (premio Campiello 2011) autrice del libro L'amore quando c'era: dall'omonimo best seller è stato adattato un testo intenso e ironico per il palcoscenico, interpretato da Daniele Cosarella per la regia di Pascal La Delfa in scena dal 4 al 14 aprile-
Dal 18 al 24 aprile Sorelle di Shara Guandalini e Simona Zilli: due testi che hanno già riscosso ampio successo di pubblico e che replicano a grande richiesta.
A chiudere la stagione, dal 2 al 12 maggio, ci pensa Enzo Masci con E basta con ‘sto Shakespeare.
Come tutti gli anni, da sette a questa parte, tutti i martedì riparte il laboratorio comico più longevo della Capitale: il Makkekomiko, storico laboratorio-spettacolo magistralmente diretto e presentato da Mago Mancini che ha visto passare alcuni dei comici più “in” di sempre: Virginia Raffaele, Stefano Vigilante, Rocco Ciarmoli e decine di altri cabarettisti famosi o che saranno famosi.
Ma le attività dell’Accento Teatro non si limitano agli spettacoli: corsi di teatro, convegni, incontri e mostre, come quella, oramai tradizionale nel periodo natalizio, d’artigianato e manufatti: Manipolazioni Vernissage, a cura di Teresa Nervegna e Federica Devescovi.

Accento Teatro Via Gustavo Bianchi, 12 /a Testaccio 00153 Roma
Tel . 06/57289812
www.accentoteatro.com
 Ufficio stampa Presentazione Stagione
Rocchina Ceglia cel. 34647832266 – rocchinaceglia@gmail.com

Leggi tutto...

venerdì 5 ottobre 2012

Tacchi Misti, da "Accessories" di G.C.Kellett, Teatro Due Roma 2-14 ottobre. Recensione




Quattro per quattro: sedici; sedici per due: trentadue, il numero di tacchi in funambolica rotazione sul palco del Teatro Due; misti perché ogni coppia di tacchi è una storia, uno sfogo diverso. Quattro attrici per 16 personaggi, tutti al femminile, tutti discendenti da quella primordiale donna di nome Eva. Sedici variazioni sul tema donna, tratte dal libro Accessories di Gloria Calderòn Kellett (Casini Editore) . Un autentico museo vivente della variegata fauna femminile moderna, in bella mostra figure tipiche o meno, quotidiane e ricorrenti o più stravaganti e sotterranee. Un girotondo in rapidissima sequenza, al cui interno, dirette da Ferdinando Ceriani, si alternano Carla Ferraro, Corinna Lo Castro, Valentina Martino Ghiglia e Silvia Siravo: graffianti, istrioniche, incantatrici pronte a prestare corpo e voce con voluttà al proprio universo. Figure estrapolate dal proprio contesto di stereotipi femminili, cui viene data una possibilità di riscatto, di sfogo, di confessione. Comune denominatore è la risata, ma una risata non banalizzante, semmai esorcizzante, che raccoglie i sedici quadri dalla propria condizione di luoghi comune e li rovescia, mutandone la forma, offrendo una prospettiva diversa: svela insoddisfazioni, crucci, insicurezze, ma anche consapevolezze, coraggio, prese di coscienza, ironia, vitalità, qualche inaspettato e segreto capriccio. Perché il mondo è sempre più complicato di come lo si immagina e quando ne scopriamo i lati nascosti ridiamo, inaspettatamente, acquisendo una consapevolezza diversa di ciò che ci sta intorno, arrivando a capire che ciò che vediamo non è poi così statico e scontato. Anzi, è più che mai mutevole, dinamico, in velocissima evoluzione. Un po' come le quattro attrici di Tacchi Misti, in rapidissima metamorfosi, le quali deliziano il pubblico divertito con le proprie evoluzioni tonali, vocali, espressive, pronte non soltanto ad intrattenerlo, ma a renderlo partecipe, parte attiva. E gli spettatori - non solo donne - si prestano con un sorriso non passivo, talvolta con l'imbarazzante "perché proprio a me", altre volte con qualcuno che soffoca una risatina sguainata perché quel piccolo capriccioso segreto lo ha anche lui ed è buffo che siano altri a raccontarlo. Irreverente pasto teatrale condito da uno humor autoironico ed americaneggiante, con tanta energia ed una irrefrenabile voglia di valere tutto quel biglietto, di non lasciare insoddisfatti quei "coraggiosi" che decidono di staccarsi dalla noia televisiva per fondersi nella gioia - spesso ancora viva e di qualità - del teatro. Sempre diverse da se stesse, senza mai perdere per strada un frammento ritmico, viene voglia di aspettarle all'esterno per ringraziarle e così abbiamo fatto: sono umane, disponibili, umili - perché senza umiltà il teatro non lo fai - prive di quella spocchia da divismo televisivo. Eppure viene da chiedersi perché tutti di là e non qua, perché per una volta non ci sgranchiamo un po' le gambe e mettiamo il naso fuori: coraggio, per una volta, e non l'ultima.

A.A.


Lo spettacolo Tacchi Misti è il primo della stagione del Teatro Due ed è inserito all'interno della rassegna Sguardi S-velati: punti di vista al femminile, giunta alla III edizione, che nasce col proposito di soffermarsi su una particolare lettura della realtà contemporanea. Per saperne di più clicca qui.


TACCHI MISTI
tratto da "Accessories" di Gloria Calderòn Kellett (Casini Editore)
Regia di Ferdinando Ceriani
con Carla Ferraro, Corinna Lo Castro, Valentina Martino Ghiglia e Silvia Siravo

dal 2 al 14 ottobre ore 21.00 (domenica ore18.00) presso

TEATRO DUE ROMA
Vicolo dei Due Macelli 37, 00187 - Roma
Biglietti: €12.00 - Ridotti: €10.00 

***NUOVE REPLICHE A ROMA***
- fino al primo dicembre 2013 al Teatro Belli. Prenota ora


Leggi tutto...