venerdì 28 settembre 2012

Dialogo..? di N.Ginzburg, Teatro Millelire. Recensione

Un piccolo, disordinato, decadente interno borghese sono l'arena di una decadente coppia che non riesce a sottrarsi alla propria incomunicabilità e alla menzogna della propria vita. Francesco, un aspirante scrittore frustrato e incapace di portare a termine il suo lavoro; Marta, sua moglie, donna indifferente che fluttua intorno al vuoto di suo marito. Una tipica “crisi borghese” portata in scena al Teatro Millelire di Roma dall'Ass.Culturale Electra di Pistoia, nata negli anni '70 dalla penna di Natalia Ginzburg, ma che si adatta senza difficoltà ai nostri tempi come a quelli passati. Cambiano accessori, modi di parlare, stili di vita, società, ma sempre c'è quell'enigma di coppia in ogni tempo: il suo protrarsi in una non-esistenza che mette le radici nell'insofferenza e nell'incomunicabilità; quel nutrirsi di menzogne, quel sotterrare le proprie pulsioni dietro la maschera e mandarla in mille pezzi quando la rabbia esplode, scoprendo il volto dell'amara sconfitta. Ognuno prova a distrarsi come può, cercando di costruirsi una piccola bolla dalla quale respirare aria non contaminata; si batte a macchina, si guarda la bambina, ma è sempre la verità che i personaggi non riescono a trovare a bussare prima o poi ed esigere che venga posta al centro del confronto. Per quanto la si fugga, deve sempre affiorare, perché siamo in un teatro, luogo dove i conflitti non rimangono in sospeso ma vengono risolti: non come facciamo nella vita. I personaggi sono un po' il nostro specchio, affrontano ciò che non affrontiamo, tramutano in vibrazioni violente ciò che noi tentiamo di nascondere. Attorno a loro, personaggi solo nominati, amici o nemici secondo l'angolo di angolazione, salvatori e oppressori secondo le circostanze. In questo caso le circostanze sono quelle della disfatta per entrambi i personaggi: non c'è salvezza nell'amico/amante Michele. Si resta soli, nel piccolo interno decadente e disordinato, dalla vasca piena di panni nella quale non si può nemmeno fare la doccia; e passano così, intere generazione di amanti.
L'irruento e violento Andrea Gonfiantini e la disincantata Priscilla Baldini diretti da Giuseppe Tesi, cercano per un'ora e più il bandolo della crisi di Francesco e Marta, provando ad esplorare quell'universo infetto attraverso gesti violenti e impeto vocale nel tentativo di risolvere a loro modo il conflitto e condurre ad una esistenza normale i propri personaggi. Sembra tuttavia, che l'attrito venga un po' spinto e forzato con un dialogo che, seppur da testo rivela una natura conflittuale, si risolve troppo spesso e troppo frequentemente in un urlare eccessivo. Poca umanità e poca verità, perché se è vero che rabbia e violenza fanno esse parte della vita, è pur vero che esse non si tramutano in un perpetuo moto urlante. Si rischia dunque di allontanare anziché avvicinare, finendo per coprire con un telo nero quella quarta parete che invece dovrebbe essere uno specchio. E lo scarto lo si può ben notare quando i due si allontanano momentaneamente dall'arena, per confessarsi direttamente al pubblico, creando quel contatto che è necessario per avvicinarsi davvero al dramma reale dei personaggi e di noi stessi. Da questa necessità comunicativa forse si sarebbe potuti partire - rinunciando a talune scelte azzardate - per esplorare anche il "dialogo" tra i personaggi e renderli così tanto più vicini allo spettatore, tanto più disarmanti.

Recensione a cura di Alessandro Giova



"Dialogo...?" 
scritto da Natalia Ginzburg

Regia di Giuseppe Tesi
con Priscilla Baldini e Andrea Gonfiantini

dal 25 al 30 settembre presso

TEATRO MILLELIRE 
via Ruggero de Lauria 22, Roma
Biglietti: €12.00 - Ridotti €8.00 (clicca qui)


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mercoledì 12 settembre 2012

I demoni del paese delle meraviglie di Daniel De Rossi, Teatro Millelire


La storia di Alice nel Paese delle Meraviglie nacque durante una gita in barca che Lewis Carroll fece con le sorelline Liddell. Tra loro c'era anche Alice, bambina di dieci anni che Carroll vide crescere e per la quale nutrì una predilezione particolare. Questo fatto, che coincide con la nascita della nota favola, è probabilmente anche il punto di origine di quei sospetti che porteranno poi alle accuse di pedofilia nei confronti di Carroll. È l'inizio di una storia che finirà in una scatola, luogo angusto in cui è rinchiuso il Demone de I Demoni del paese delle meraviglie di Daniel De Rossi, spettacolo d'apertura della prima stagione del Teatro Millelire, nuovo teatro romano inaugurato a giugno. Una rilettura e una ricerca coraggiosa, con cui il Teatro Millelire cerca di distinguersi rispetto ad altri piccoli teatri off che troppo spesso offrono spettacoli deludenti e talvolta meno che amatoriali.
È partendo dunque da questo binario Carrol-Alice Liddell che Daniel De Rossi ci intrappola in un non-luogo senza inizio né fine. Un viaggio che di meraviglia conserva il nome, ma esplora invece aspetti ben altro che meravigliosi: la paura dell'ignoto, della solitudine in cui spesso temiamo di precipitare, dei demoni che affabulano le nostre innocenze infantili. Pratagonista è un uomo, o un demone, un personaggio di una favola o lo stesso Carroll, o ancora ciò che noi stessi, in quanto uomini, potremmo essere. E nella desolazione della scatola, in cui tutto è monotono, ossessivo, ripetitivo, in cui unico compagno è un orsacchiotto muto, la luce è rappresentata dall'ospite inatteso, dalla ingenuità di una bambina; salvatrice, forse, o fors'anche nuova condanna: Alice (Jessica Zanella). È l'inizio della fine, della deriva verso un inconscio fatto soprattutto di depravazione, il gioco innocente si trasforma in psicosi. Poco cambia che sia l'uomo, il gatto o Carroll stesso, l'obiettivo appare sempre viscerale e la pulsione che porta ad Alice nasconde sempre un intento più carnale. Tre mutazioni, tre diversi volti e riflettori sotto la cui luce ci viene mostrato un Carroll diverso nella forma ma non nella sostanza: un'unica follia che porta un nome di bambina.
Un'esplorazione interessante, che ha il pregio di condurre alla fine mantenendo inalterata la soglia d' attenzione. Tante sono le porte – come quelle davanti cui si trova Alice nella tana del Bianconiglio - che Daniel De Rossi cerca di aprire con la sua rilettura, porte le quali probabilmente è più facile aprire che richiudere. Infatti sono molti gli spunti che vengono portati in superficie, ma non tutti vengono esplorati e rimane quasi un senso di incompiuto, come se fossimo appena all'inizio del viaggio e non alla sua fine (complice anche il buon ritmo). La stessa metafora finale, la quale può alludere al suicidio di noi stessi per mezzo delle nostre ossessioni, pur inserendosi coerentemente nel contesto narrativo studiato da De Rossi, rischia di fuorviare per via della rottura di quel lineare parallelismo biografico che ha accompagnato la narrazione fino a quel momento.

 Recensione a cura di Alessandro Giova 


I DEMONI DEL PAESE DELLE MERAVIGLIE 
di Daniel De Rossi
liberamente tratto da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll
con Daniel de Rossi e Jessica Zanella

dall'11 al 16 settembre al

TEATRO MILLELIRE 
Via Ruggero Lauria 22 Roma
info: 0639751063
Biglietti: €12 - Ridotti online: da €6.50
Ufficio Stampa: Rocchina Ceglia


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