giovedì 24 maggio 2012

Due partite di Cristina Comencini. Regia di Marta Iacopini - Teatro Trastevere 22-27 maggio. Recensione

Mentre assistevo a questo spettacolo, mi sono tornate in mente vecchie fotografie. Ho ricordato di quando aprendo i cassetti mi mettevo a sfogliare le foto delle nostre mamme giovani. Neo-mamme immortalate in un presente ormai passato: immagivano i loro dialoghi, i progetti, le paure. Sembravano così vive in quel loro presente immobilizzato, eppure già erano qualcosa che non è più; nel mentre esse vivevano, noi già eravamo diventati quel domani. Due partite di Cristina Comenicini è la storia di un passato ed un presente. Quattre donne, amiche, mamme, intorno ad un tavolo discutono, si scambiano sfoghi e confidenze. Sullo sfondo, il difficile rapporto con uomini che appariranno solo dalle loro parole. Trent'anni dopo altre quattro donne, le loro figlie, in un contesto diverso che le ha rese più emancipate, affrontano le medesime problematiche. Una pièce tutta centrata sull'universo femminile, il quale, nonostante la propria evoluzione, non ha cessato di portarsi dentro tutta quella complessità e fatica.
Sono passati due mesi dall'ultima volta che ho assistito ad una rappresentazione della compagnia Chi è di scena. Con questo nuovo spettacolo la compagnia compie un balzo qualitativo importante: primo perché si cimenta con un testo più impegnato rispetto alla commedia Camere da letto; secondo perché le quattro attrici "superstiti" mostrano di sapersi destreggiare - chi con più chi con meno forza - con un genere drammatico; terzo perché Marta Iacopini firma una buonissima regia dimostrando una grande maturità.
Innanzitutto la Iacopini rompe lo schema della successione temporale del testo - inizialmente concepito per mostrare le due epoche separatamente - alternando ripetutamente le due epoche in una simultaneità scenica per mezzo della quale diviene istantaneo il confronto tra le due generazioni. Una scelta rischiosa, la quale avrebbe potuto appensantire la rappresentazione ed invece ha reso estremamente dinamico un testo - probabilmente arricchendolo - dalla natura statica. Passaggi resi agevoli dall'accompagnamento musicale, da talune scelte che hanno voluto simboleggiare lo stretto legame esistente tra passato e presente, come fossero un'unica unità temporale: una radio accesa dalle mamme e spenta dalle figlie, un bicchiere che si rompe nel presente il cui eco è udibile nel passato, o ancora la voce delle donne di oggi che si ode sovrapponendosi a quella delle donne di ieri. Un'alternanza che ha il suo culmine - una delle scene visivamente più riuscite - quando passato e presente si fondono nel medesimo spazio. Da una parte questa scelta rende leggibile il confronto, dall'altra forse mette a fuoco con maggior forza il rapporto madri/figlie piuttosto che quello uomo/donna.
La scena ricalca la volontà registica di una costruzione estremamente realistica, riponendo nel cassetto un certo convenzionalismo teatrale. Come è ad esempio la scena della partita a poker in cui un'attrice era sempre di spalle ed un'altra sempre impallata. Ogni azione scenica è tesa a ricreare la verità quotidiana: le attrici preparano polpette, bevono caffè e lavano i piatti da un rubinetto da cui esce vera acqua. Sembra marginale evidenziarlo, ma per una compagnia che non ha la fortuna di una grande produzione alle spalle è davvero lodevole prodigarsi per l'installazione di un impianto idraulico. Ci racconta a proposito Guido Lomoro: "Marta ha detto: o dal rubinetto sgorga acqua o niente rubinetto". Tutto questo senz'altro ha giovato all'interpretazione delle attrici completamente a loro agio sulla scena senza l'impaccio di dover fingere. Sebbene il cast non contenga - da quanto ne sappiamo - attrici di professione, e nonostante anche qualche sbavatura, il risultato complessivo è molto buono. Particolarmente interessanti le prove di Giovanna D'Avanzo, assai preferita in questa nuova veste con una interpretazione più ricca, e quella di Claudia Filippi, in grado di rinnovarsi dando forma ad una caratterizzazione completamente diversa. Piace anche l'energia della giovane nuova entrata Noemi Storace nei panni di Giulia. Una piacevole sorpresa dunque. Ed ora, riposte con cura le vecchie foto ne sfogliamo di recenti, le nostre, chiedencoci se anche questo nostro presente non sia già un passato ed altro non siamo che vecchie foto che i nostri figli stanno sfogliando.

Recensione a cura di Alessandro Giova

DUE PARTITE
tratto dall'opera di Cristina Comencini

Adattamento e Regia di Marta Iacopini
con Claudia Malgherini, Cristina Longo, Claudia Filippi, Giulia Martinelli, Alessandra Di Tommaso, Marilù Pipitone, Giovanna D'Avanzo, Noemi Storace

Scene: Marta Iacopini e Cristina Longo
Luci: Adalia Caroli
Fotografie: Aurora Leone
Trovarobato: Alessandro Di Tommaso
Musiche: ERA LA DONNA MIA (Robertino) SE LA VITA E' COSI' (Tony Del Monaco) AGATA (Nino Ferrer) GLI OCCHI MIEI (Dino) CANZONE PER TE (Sergio Endrigo)
Ufficio Stampa: Rocchina Ceglia

Organizzazione e Produzione: Guido Lomoro
fino al 27 maggio al

TEATRO TRASTEVERE
Via Jacopa de' Settesoli 3 - Roma
info e prenotazioni: 0683664400 -3333256289
ore 21.00 - compresa domenica

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