martedì 29 maggio 2012

Riflessi della settimana teatrale(3): consigli e sconti. Noi: bevitori d'arti sceniche.

Abbiamo sceso le scalette della nostra cantina teatrale, scoprendo che le riserve sono quasi finite. Lo abbiamo bevuto tutto, poche bottiglie ancora, poche gocce somministrate con parsimonia e poi via le bottiglie vuote, in attesa che arrivino le nuove, magari sorseggiando un cocktail estivo al Globe. Fortunatamente riusciamo a trovare il vino novello etichettato Teatro Argot, un vino sempre molto gradito, sempre attendo a promuovere i vigneti più giovani e promettenti: dal 29 maggio al 20 giugno si svolgerà ArgotOFF, rassegna di drammaturgia contemporanea, che permetterà degustare 10 spettacoli di altrettante giovani compagnie. È possibile prenotare tutti gli spettacoli su Atrapalo, ad un prezzo ridotto di 6 euro a spettacolo (consulta programma e offerta qui). Un buon modo per gli indomabili bevitori di seguire più di uno spettacolo risparmiando, ma anche una tentazione per chi non è un grosso bevitore e volesse semplicemente provare ad assaggiare i rossi più corposi di domani. Il resto della settimana, è distribuito a piccole dosi. Il Teatro India ci porta all'interno del nucleo familiare, mostrando come una famiglia può diventare branco in La palestra ore 18.00, in scena dal 29 maggio al 3 giugno, testo di Giorgio Scianna e regia di Veronica Cruciani. Ancora sarà possibile alzare i calici al Teatro Eliseo, dove da martedì 29 a giovedì 31 ore 20.45 Riccardo Vannuccini firma la regia del suo testo Come scimmie tra gli alberi, col quale racconta di come le scimmie rimanendo scimmie si siano risparmiate tanti affanni e bisogni imposti della società umanizzata. Il Piccolo Eliseo per due sere (martedì 29 e mercoledì 30) propone Senso, tratto dalla novella di Camillo Boito, trasportata da Gianni Guardigli negli anni della Seconda Guerra Mondiale e del boom economico. Ormai conclusa la stagione ufficiale al Teatro Argentina, ci sentiamo comunque in dovere di segnalare per martedì 29 alle ore 21.30 Condominio Occidentale - ingresso libero - spettacolo che esplora tematiche sociali attuali grazie al lavoro di sedici attori non vedenti, ipovedenti e normodotati: lo spettacolo è accessibile anche a non vedenti e non udenti. Il Teatro Valle Occupato non si ferma mai, facendo un giro qui il vostro bicchiere non sarà mai vuoto, si segnalano due monologhi: per la Rassegna Sostanze Volatili "BESTIE RARE_Semi-dramma in lingua calabra" di Angelo Colosimo il 29 maggio, mentre il 1° giugno sarà la volta di La Merda di Cristian Ceresoli (consigliato da teatroteatro.it: leggi la recensione). L'ingresso è libero con sottoscrizione di almeno €5.00. Infine segnaliamo la rassegna EXIT - Emergenze per Identità Teatrali al Teatro Ambra alla Garbatella, per la quale ci verseranno da bere la compagnia Overlook martedì 29 maggio con Il tempo di una sigaretta; mercoledì 30 la compagnia teatrale Teatraltro con Capitan Fracassato, tratto dal romanzo di Teophile Gautier; chiude la rassegna la compagnia Abraxa Teatro con Gioco Segreto (consulta programma e sconti qui). E con questo abbiamo finito, poche proposte è vero, ma inizia a far caldo e il vino aumenta il calore corporeo: tuttavia gli instancabili bevitori hanno certamente delle buone riserve vinicole da poter gustare. Dunque, inebriatevi: di vino, d'amore e di teatro. 

Alessandro Giova

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sabato 26 maggio 2012

Disavanzo quotidiano

 (mell'immagine: Autoritratto con la morte che suona il violino di Arnold Böcklin)

...Stamane il mattino era sì caldo
che a me dettava questa confusione...
(da Alda Merini)


Immenso che non ho
pietra dura, come il cuore
nascondiglio d'insetti

Potrebbe piovere, dentro
gli amari rifugi mentali
capanna di fango, anima

Il perché non chiedere
meglio tristi che illusi
- anche oggi si muore un po'.

Matteo Di Stefano

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giovedì 24 maggio 2012

Closer - Teatro Cometa Off, 22-27 maggio. Recensione




Occorre fare una premessa: probabilmente siamo capitati nella serata sbagliata. Alla fine sembrava che gli attori non vedessero l'ora di rientrare nei camerini anziché prendere gli applausi; qualcuno degli attori ha persino sbuffato durante gli inchini di rito. Qualcosa deve essere andato storto. Capita. Capita soprattutto nella "maledetta seconda", conosco quella sensazione che si prova quando sai che il tuo spettacolo ha avuto un calo rispetto alla prima e non vedi l'ora di scappare. Per i lettori che non hanno provato l'esperienza attoriale è bene spiegare: accade spesso che la seconda abbia un calo adrenalinico rispetto alla prima. Alla prima si è carichi, concentrati, energici, si fa un grande sforzo e ci si toglie il fardello accumulato in mesi di lavoro. Togliersi il peso del debutto comporta generalmente un calo di energia alla seconda replica. Ora caro lettore, non fare che boicotterai tutte le seconde. Non è sempre così: anzi, spesso è un calo di cui si rendono conto soprattutto gli attori e chi lo spettacolo lo ha vissuto sulla propria pelle.

Closer è un testo di Patrick Marber che ha debuttato con successo nel 1997 a Londra. Un testo interessante, tanto che da esso è stato tratto anche un film. Quattro personaggi, due coppie, un intreccio ed una evoluzione ambigua e complessa. Il filo su cui, come acrobati, si muovono i quattro personaggi, è un percorso vertiginoso oscillante tra amore e sesso. Il linguaggio è spesso crudo, il sesso prevale sovente sull'amore, la menzogna anticipa la verità, la gelosia è una costante che mina le fondamenta emotive dei personaggi. Dodici quadri in cui lo scontro di coppia è trattato con estrema asprezza, ma che porta certamente lo spettatore a riconoscersi nelle situazioni. Proprio per questa potenza espressiva Marco Tassotti posiziona i quattro attori in una scatola nera, senza scenografie ma soltanto qualche arredo funzionale all'azione in determinati quadri. Questo per non ostacolare l'evoluzione della giostra che gira vorticosamente intorno alle due coppie. Difficile dare una valutazione complessiva e unitaria, perché da quadro a quadro la forza cambia. Ciò è dovuto anche alla scelta di far sì che il testo solo costituisca il tutto: inevitabilmente alcune scene rischiano di essere più coinvolgenti e riuscite di altre. Inoltre, una tale struttura, necessita di una prova superlativa da parte degli attori, non possono e non devono esistere "maledette seconde": se crolla la parola, crolla l'intero spettacolo. Invece lo spettacolo è proceduto a sbalzi, i quali hanno avuto il loro picco di godibilità soprattutto nelle scene in cui compariva Fabiana Lazzaro (Anna), protagonista di una interpretazione profonda e tutta emotiva, in grado di prendere e trainare le emozioni dalla platea al palcoscenico. Il resto del cast sembrava pagare leggermente la scelta registica, ognuno trascindando un diverso peso, come fossero stretti in uno spazio angusto anziché disporre di un intero palcoscenico. Data anche l'esperienza di anni di molti, ci si augura che sia stata davvero una maledetta seconda, perché deficit come il non prendere la luce, specialmente quando la luce rimane a metà attraversando e disegnando una fastidiosa linea retta su corpo e viso, o la mancanza di timbro nelle scene intime che portano a non udire le battute a partire dalla terza fila (la nostra posizione), costituiscono davvero un limite eccessivo. Più in generale si percepiva un abbassamento di tensione elettrica, poche scariche, una scatola nera necessita di molta più energia, di vibrazioni. Una scintilla di cui gli stessi attori hanno probabilmente percepito l'assenza. Tuttavia il testo sa davvero trasmettere molto, anche nelle serate peggiori, e più che da cestinare lo spettacolo sarebbe da revisionare. Gli stessi commenti del pubblico sono stati contrastanti; per taluni un sì, per talaltri un no. Per noi né sì pieno, né no assoluto: andate e valutate, è sempre la scelta migliore.
Recensione a cura di Alessandro Giova

CLOSER 
di Patrick Marber

Regia di Marco Tassotti
con Cristina Arnone, Fabiana Lazzaro, Alessandro Sena e Danilo Vanella

dal 22 al 27 maggio al

TEATRO COMETA OFF 
Via Luca Della Robbia, 47 - Roma
Biglietti: €10.00 - Ridotti: €7.00 

 
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Due partite di Cristina Comencini. Regia di Marta Iacopini - Teatro Trastevere 22-27 maggio. Recensione

Mentre assistevo a questo spettacolo, mi sono tornate in mente vecchie fotografie. Ho ricordato di quando aprendo i cassetti mi mettevo a sfogliare le foto delle nostre mamme giovani. Neo-mamme immortalate in un presente ormai passato: immagivano i loro dialoghi, i progetti, le paure. Sembravano così vive in quel loro presente immobilizzato, eppure già erano qualcosa che non è più; nel mentre esse vivevano, noi già eravamo diventati quel domani. Due partite di Cristina Comenicini è la storia di un passato ed un presente. Quattre donne, amiche, mamme, intorno ad un tavolo discutono, si scambiano sfoghi e confidenze. Sullo sfondo, il difficile rapporto con uomini che appariranno solo dalle loro parole. Trent'anni dopo altre quattro donne, le loro figlie, in un contesto diverso che le ha rese più emancipate, affrontano le medesime problematiche. Una pièce tutta centrata sull'universo femminile, il quale, nonostante la propria evoluzione, non ha cessato di portarsi dentro tutta quella complessità e fatica.
Sono passati due mesi dall'ultima volta che ho assistito ad una rappresentazione della compagnia Chi è di scena. Con questo nuovo spettacolo la compagnia compie un balzo qualitativo importante: primo perché si cimenta con un testo più impegnato rispetto alla commedia Camere da letto; secondo perché le quattro attrici "superstiti" mostrano di sapersi destreggiare - chi con più chi con meno forza - con un genere drammatico; terzo perché Marta Iacopini firma una buonissima regia dimostrando una grande maturità.
Innanzitutto la Iacopini rompe lo schema della successione temporale del testo - inizialmente concepito per mostrare le due epoche separatamente - alternando ripetutamente le due epoche in una simultaneità scenica per mezzo della quale diviene istantaneo il confronto tra le due generazioni. Una scelta rischiosa, la quale avrebbe potuto appensantire la rappresentazione ed invece ha reso estremamente dinamico un testo - probabilmente arricchendolo - dalla natura statica. Passaggi resi agevoli dall'accompagnamento musicale, da talune scelte che hanno voluto simboleggiare lo stretto legame esistente tra passato e presente, come fossero un'unica unità temporale: una radio accesa dalle mamme e spenta dalle figlie, un bicchiere che si rompe nel presente il cui eco è udibile nel passato, o ancora la voce delle donne di oggi che si ode sovrapponendosi a quella delle donne di ieri. Un'alternanza che ha il suo culmine - una delle scene visivamente più riuscite - quando passato e presente si fondono nel medesimo spazio. Da una parte questa scelta rende leggibile il confronto, dall'altra forse mette a fuoco con maggior forza il rapporto madri/figlie piuttosto che quello uomo/donna.
La scena ricalca la volontà registica di una costruzione estremamente realistica, riponendo nel cassetto un certo convenzionalismo teatrale. Come è ad esempio la scena della partita a poker in cui un'attrice era sempre di spalle ed un'altra sempre impallata. Ogni azione scenica è tesa a ricreare la verità quotidiana: le attrici preparano polpette, bevono caffè e lavano i piatti da un rubinetto da cui esce vera acqua. Sembra marginale evidenziarlo, ma per una compagnia che non ha la fortuna di una grande produzione alle spalle è davvero lodevole prodigarsi per l'installazione di un impianto idraulico. Ci racconta a proposito Guido Lomoro: "Marta ha detto: o dal rubinetto sgorga acqua o niente rubinetto". Tutto questo senz'altro ha giovato all'interpretazione delle attrici completamente a loro agio sulla scena senza l'impaccio di dover fingere. Sebbene il cast non contenga - da quanto ne sappiamo - attrici di professione, e nonostante anche qualche sbavatura, il risultato complessivo è molto buono. Particolarmente interessanti le prove di Giovanna D'Avanzo, assai preferita in questa nuova veste con una interpretazione più ricca, e quella di Claudia Filippi, in grado di rinnovarsi dando forma ad una caratterizzazione completamente diversa. Piace anche l'energia della giovane nuova entrata Noemi Storace nei panni di Giulia. Una piacevole sorpresa dunque. Ed ora, riposte con cura le vecchie foto ne sfogliamo di recenti, le nostre, chiedencoci se anche questo nostro presente non sia già un passato ed altro non siamo che vecchie foto che i nostri figli stanno sfogliando.

Recensione a cura di Alessandro Giova

DUE PARTITE
tratto dall'opera di Cristina Comencini

Adattamento e Regia di Marta Iacopini
con Claudia Malgherini, Cristina Longo, Claudia Filippi, Giulia Martinelli, Alessandra Di Tommaso, Marilù Pipitone, Giovanna D'Avanzo, Noemi Storace

Scene: Marta Iacopini e Cristina Longo
Luci: Adalia Caroli
Fotografie: Aurora Leone
Trovarobato: Alessandro Di Tommaso
Musiche: ERA LA DONNA MIA (Robertino) SE LA VITA E' COSI' (Tony Del Monaco) AGATA (Nino Ferrer) GLI OCCHI MIEI (Dino) CANZONE PER TE (Sergio Endrigo)
Ufficio Stampa: Rocchina Ceglia

Organizzazione e Produzione: Guido Lomoro
fino al 27 maggio al

TEATRO TRASTEVERE
Via Jacopa de' Settesoli 3 - Roma
info e prenotazioni: 0683664400 -3333256289
ore 21.00 - compresa domenica

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domenica 20 maggio 2012

Riflessi della settimana teatrale(2): consigli e sconti. Rassegne ma non rassegnati.

Concedeteci un gioco di parole per introdurre questa settimana. Perché sono tempi difficili per tutti, specialmente per chi sceglie di dedicare la propria vita al teatro. Eppure, con eroismo si va avanti, senza rassegnazione. E proprio come antidoto alla rassegnazione partiamo oggi dalle rassegne. Mentre prosegue la rassegna Teatri di Vetro (fino al 25) al Teatro Palladium, partirà martedì 22 e durerà fino al 3 giugno, la seconda edizione della rassegna DCQ - DoveComeQuando al Teatro dell'Orologio, finalizzata a dare spazio alla nuova drammaturgia contemporanea, italiana ed estera. Si alternerà tra Quirino e Quirinetta la terza edizione di AUTOGESTITO, rassegna di teatro indipendente, che da martedì 22 al 30 maggio ospiterà dieci spettacoli (prezzo €10) di altrettante compagnie provenienti da tutta italia (leggi il programma completo). Si inaugurerà mercoledì 23 e continuerà fino al 9 giugno il Festival del Teatro Patologico; ideato da Dario D'Ambrosi - da sempre interessato allo studio delle malattie mentali, tanto da farsi internare per tre mesi all'ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano - la manifestazione tende ad indagare la follia, al fine di ridare dignità al matto. La rassegna si svolgerà presso il Teatro Patologico di via Cassia 472 e si apre con "Frusta-azioni" di D'Ambrosi. Il Teatro India offrirà questa settimana un doppio appuntamento: Three mile island (ridotto €10.00, -44%) il 21 e 22, un concerto multimediale da contributi scritti e videoregistrati di Ignaz Vergeiner raccolti da Karl Hoffmann; sono ispirati a fatti - e personaggi - reali della guerra in Iraq i tre monologhi de Un angelo sopra Bagdad di Judith Thompson dal 23 al 27 per la regia di Marco Carniti. Francesco Montanari - noto per la parte del Libanese in Romanzo Criminale - è invece l'interprete del monologo esistenziale Il pigima - ovvero solo gli stupidi si muovono veloci, scritto e diretto da Daniele Prato. Al Palazzo Santa Chiara, tra musica e teatro, si esisbiscono i Virtuosi di San Martino, Roberto Del Gaudio, Federico Odling, Antonio Gambardella, Vittorio Ricciardi e Dario Vannini con La repubblica di salotto (ridotto €12.00, -45%) una sarcastica e sprezzante ricognizione storica. Interessante ci sembra anche la proposta del Teatro Sala Uno di Porta San Giovanni, il quale dal 23 al 27 ospiterà Ah oppure oh.. oppure silenzio (come se fosse un'opera di teatro) di Francisco Espejo e Davood Kheradmand, il cui tema, anche qui, è la pazzia, vista come fatto sociale e non come disturbo patologico. Il Teatro Belli presenta una commedia erotico-politica, Radical Choc (ridotto €10, -44%), scritta da Pier Paolo Fiorini e diretta da Marco Maltauro. Ha il prezzo di un aperitivo - tanto basta per farci un salto a vedere di che si tratta -  Closer (ridotto €4.00, -60%) del drammaturgo inglese Patrick Marber in scena al Cometa Off dal 22 al 27, spettacolo che mette al centro amore, sesso e passione; apprezzato a Londra quindici anni fa ha ispirato anche l'omonimo film. Rimaniano in situazioni sensuali e bollenti: i sapori dell'eros di Le Mille e Una notte potranno essere assaportati al Teatro Stanze Segrete; tratto da Le notti di Cabiria di Fellini che ha per protagonista una prostituta è invece lo spettacolo Il Sogno di Cabiria di Beatrice Bracco allo Spazio Uno. Gli amanti degli adattamenti dai romanzi e in particolar modo di Goethe, potranno tentare la fortuna al Teatro Arcobaleno (anche se l'unico giudizio su Atrapalo e la foto non ispirano troppa fiducia: vedi qui). Se la vostra passione è l'opera e, soprattutto, potete permettervela, il Teatro dell'Opera presenterà venerdì Attila diretto da Riccardo Muti con le musiche di Giuseppe Verdi (info repliche). Gusto da lettere classiche al Teatro Tor Bella Monaca il 26 e 27 con Baccanti Perdute di Luca Archibugi, dove un docente di un'università crederà di aver ritrovato Le baccanti di Eschilo. Proposta insolita, ma che può certamente interessare, è la Napoli Milionaria di De Filippo con gli allievi diplomandi dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico al Teatro Duse. Giunti alla fine, non ci resta, ancora una volta, di dedicare un piccolo spazio ai bambini: Pulcinella e La Bella Addormentata sono i protoganositi dal 19 al 27 presso Il Teatro Stabile dei Burattini San Carlino di Villa Borghese (info e prenotazioni: www.teatrosancarlino.it). Vi consigliamo inoltre di consultare il vecchio post per scoprire quali spettacoli sono ancora in scena. Di nuovo: Buon Teatro.
Alessandro Giova

Riepilogo spettacoli consigliati:

I RIDOTTI


GLI ALTRI SPETTACOLI:

- Il pigiama - ovvero solo gli stupidi si muovono veloci, con Francesco Molinaro, Piccolo Eliseo, 22-27maggio;
- Ah oppure oh.. oppure silenzio (come se fosse un'opera di teatro) di Francisco Espejo e Davood Kheradmand, Sala Uno, 23-27 maggio;
- Il sogno di Cabiria, tratto da Le notti di Cabiria di Fellini, Spazio Uno da mercoledì 23;
- Le mille e una notte di Arianna Di Pietro, Stanze Segrete, da martedì 22;
- Baccanti Perdute, Teatro TorBellaMonaca,  26-27 maggio;
- Napoli Milionaria di Eduardo De Filippo, con gli allievi dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'amico, Teatro Duse, 20-27maggio;
- Attila di Giuseppe Verdi, dirige Riccordo Muti, Teatro dell'Opera.

RASSEGNE

- DCQ - Teatro dell'orologio dal 22 al 3 giugno;
- AUTOGESTITO - T.Quirino e Quirinetta  dal 22 al 30 maggio;
- Festival del Teatro Patologico - Teatro Patologico dal 23 maggio al 9 giugno.

BAMBINI:
- La bella addormentata nel bosco - Teatro Stabile dei Burattini San Carlino Villa Borghese fino al 27 maggio.

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mercoledì 16 maggio 2012

La favola di W.S. ovvero 1984 visto da Francesco Giuffé al Teatro Argot. Recensione




"Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato." Che lo si legga in forma narrativa o lo si scopra in forma teatrale, 1984 di George Orwell è sempre un gran pugno allo stomaco (non lo hai letto? Acquistalo qui). Un brivido sale lento alla schiena, come un termometro, misurando quanto alta è la nostra paura. Si rimane atterriti, preda di un'inerzia paralizzante: una società del post-pensiero, educata dalla televisione, controllata da potenti mezzi tecnologici. In parte quel mondo lo viviamo, un processo in tal senso s'è già realizzato e rischia di espandersi: non esiste ciò che esiste, ma esiste ciò che la televisione afferma esistere. Tanti fantocci, a cui dei clown manca solo il cerone e il naso, tramutano la vita in palinsesto: ciò che siamo e pensiamo, è ciò che il grande manovratore televisivo ci induce ad essere e pensare. In questo Orwell è stato un profeta, prevedendo il lento processo di annientamento dell'homo videns. Allora, oggi, 1984 non rappresenta soltanto un capolavoro di veggenza letteraria, ma una necessità da raccontare, un vaccino contro il disfacimento del pensiero.
E la cura è somministrata al Teatro Argot, teatro che offre sempre proposte teatrali interessanti, dove Francesco Giuffré chiude la stagione con la coraggiosa messa in scena della profezia di Orwell (ridotto €8.00). Giuffrè ci propone un punto di vista allegorico del potere: l'uomo con cui il Grande Fratello si palesa ha un trucco da pagliaccio e la comunicatività di un artista di strada, personaggio non presente nel romanzo, ma efficacemente inserito nella versione teatrale di Giuffré. L'inizio è davvero qualcosa di magico ed emozionante, che lascia presagire un prodigio scenico. Si viene subito catturati dalla potenza delle immagini, trasportati in un nuovo emisfero, tetro e inquietante: un carretto con un teatrino delle marionette, un uomo che si trascina, tre uomini raccontano i propri ricordi i quali si materializzano sullo sfondo sotto forma di proiezioni in bianco e nero, il sortilegio del grande affabulatore e l'umanità negli occhi che svanisce. Ha qui inizio un nuovo mondo: il grande occhio ora sovrasta la scena illuminandola; l'uomo non è più uomo, ha perso i ricordi, ha perso se stesso: "senza ricordi non siamo niente" avverte Winston, l'uomo che tenta di opporsi al totalitarismo del partito e mantenere viva la propria memoria. Mi viene in mente Stanislavskij, che a proposito del lavoro sull'attore diceva: un personaggio senza passato è un personaggio senza presente. Due concetti identici, seppure estrapolati da contesti diversi, che ho voluto ribadire con una citazione esterna perché è proprio intorno a questo concetto e timore che ruota tutta la rilettura teatrale di Giuffré, nel tentativo forse di avvertirci: nell'epoca della moltiplicazione illimitata dove tutto diviene usa e getta, la perdita dei ricordi è il nostro rischio più grande. A questo dunque tendiamo, esseri senza presente? Ogni giorno il manovratore ci mostra la nostra immagine ideale, prendendo in cambio i nostri ricordi e, con essi, sentimenti ed emozioni. Uno ad uno cadiamo, finché non rimarrà un solo Winston Smith: allora sarà inutile opporsi. Ecco allora che l'esperimento di Giuffré diventa un tentativo di rilancio alla ricerca di un cambio di passo, di una direzione, di un presente a rischio di estinzione.
Tuttavia, nonostante l'inizio da manuale e l'apprezzata estrapolazione dal ricco contesto orwelliano di un recinto preciso e circoscritto, lo spettacolo perde brillantezza durante il suo svolgimento. L'energia si affievolisce, le suggestioni si fanno più deboli, questo soprattutto a causa di una complessa macchina che soffre i numerosi cambi scena, spesso troppo netti e causa della perdita di ritmo. Tra gli attori è sicuramente magistrale l'interpretazione di Camillo Grassi nelle vesti dello spettrale marionettista, mentre in generale emerge un po' d'affettazione e poca vivacità emotiva. Probabilmente più di tutti delude il personaggio di Winston (Giovanni Carta), il quale si muove su una linea troppo retta e non è in grado di vivificare quell'immaginario complesso che la letteratura ha creato. Ciononostante il lavoro – certamente di non facile realizzazione – è di sicuro interesse e se ne ne consiglia la visione.

Recensione a cura di Alessandro Giova

liberamente tratto da 1984 di George Orwell

adattamento e regia di Francesco Giuffré
con Giovanni Carta, Camillo Grassi, Massimiliano Mecca, Marta Nuti

luci Beppe Filipponio
scene e costumi Andrea Del Pinto e Aurora Buzzetti
video Letizia D’Ubaldo
foto di scena Gaelle Tomassini
aiuto regia Leonarda Imbornone

dall'8 al 20 maggio al

TEATRO ARGOT
Via Natale Del Grande, 27 | 00153 Roma
ore 20,45 – domenica ore 18,45 – lunedì riposo
Biglietti: €12 - Ridotto €8.00  - tessera associativa €3.00


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lunedì 14 maggio 2012

Riflessi della settimana teatrale (1): consigli e sconti. Da Orwell ai somari.

La stagione teatrale sta volgendo al termine, alcuni teatri hanno già presentato le nuova stagione e riflessi parte invece con un appuntamento settimanale. Riflessi della settimana teatrale sarà la rubrica settimanale - un impegno che speriamo di riuscire a rispettare - con i suggerimenti degli spettacoli che ci paiono più interessanti.  Ci informeremo, traendo conclusioni, azzardando anche laddove magari non sappiamo tanto, provando a fidarci del nostro naso. E voi vi fidate? Ma cosa si intende per interessante? Non necessariamente che sarete soddisfatti, ma che ci sono buone possibilità che raggiungiate un buon livello di gradimento. Saranno spettacoli di cui conosciamo gli attori, i registi, gli autori per la comprovata qualità delle produzioni, oppure qualche gruppo giovane che seppur acerbo può farsi largo, o ancora spettacoli di cui letta la trama e qualche articolo ci sentiamo in dovere di dirvi: azzardate. Infine, lato forse non trascurabile, vi segnaleremo quelli per cui oltre a un beneficio dell'anima otterrete un beneficio del portafoglio: in gergo il cosiddetto sconto.

(La rubrica si concentra sui teatri romani, tuttavia: alla fine del post verrà inserito un link con le offerte di altre città; qualora qualcuno voglia contribuire ad arricchire la rubrica può scrivere una mail a riflessialmargine@gmail.com)

Iniziamo allora questa esplorazione come un grande occhio scrutatore, come un Grande Fratello che tutto controlla. E quando parliamo di Grande Fratello parliamo chiaramente di quello orwelliano; proprio Orwell con il suo 1984 è il punto di partenza, perché c'è sempre una grande curiosità dietro ai lavori che portano sul palcoscenico storie tratte dalla letteratura: al Teatro Argot, fino al 20 maggio, Francesco Giuffré firma la regia di 1.9.8.4. (ridotto € 8.00). Ruotiamo il nostro sguardo da trastevere al gazometro, direzione Teatro India dove, dopo il successo di The History Boys, ci verrà offerta la possibilità di gustare Una cena armena di Paola Ponti, con Danilo Negrelli e Rosa Diletta Rossi dal 15 al 20 maggio. Al Teatro Argentina invece fino al 20 maggio Emanuela Giordano dirige Isabella Rabonese ne La commedia di Orlando, liberamente tratta da Orlando di Virgina Woolf. Prosa e musica sono protagoniste al Teatro Eliseo con Lina Sastri e il suo Per la strada (ridotto da €9.00). Allo stesso civico 183 di via nazionale, ma al Piccolo Eliseo, è possibile compiere un viaggio lungo cinquant'anni nella storia italiana attraverso le buffe vicende di Teresa la ladra, di Dacia Maraini, la regia di Francesco Tavassi e le musiche di Sergio Cammariere. Spostandoci al Teatro Quirino troviamo Gabriele Vacis con la rilettura dei Rusteghi (ridotto €15.50, -46%) di Carlo Goldoni. Due muratori ergeranno un vero muro al Teatro Quirinetta, protaginisti della pièce Muratori di Edoardo Erba con l'affermata coppia Paolo Triestino e Nicola Pistoia: uno spettacolo giunto alla ottava stagione di repliche (sconto del 38%). Il Teatro Ambra alla Garbatella si rivolge agli appassionati della poesia di Alda Merini con Milonga Merini.  Poesia, tango e follia (-50%, ridotto €10), spettacolo che unisce musica e poesia; con l'interpretazione di Barbara Saba, la regia di Carmen Giardina e la musica dal vivo del Trio de la Sombra. Fino al 27 maggio al Teatro Lo Spazio Luca De Bei dirigerà la sua nuova opera Di notte che non c'è nessuno, tre giovani esistenze che incrociano le loro storie in una notte d'estate. C'è tempo fino al 20 maggio al Teatro Due per vedere l'apprezzatissimo Ho Morto Petrolini! di Gabriele Linari. La drammaturgia britannica è in scena al Teatro Eutheca - ed offre la miglior offerta della settimana (ridotto €7.50, -50%) - con le Sette Bambine Ebree di Caryl Churcill, regia di Mary Cipolla. Al Teatro Palladium partirà il 17 maggio e continuerà fino al 25 la 6° edizione di Teatri di Vetro, festival delle arti sceniche contemporanee. Concludiamo il nostro viaggio con uno spettacolo rivolto agli adulti di domani, ovvero coloro cui spetterà il compito di reggere sulle spalle il mondo che verrà, cui noi dovremmo instillare alcune gocce di benefico teatro: al Teatro Tor Bella Monaca debutta martedì 15 alle 10.30 lo spettacolo per bambini dagli 8 anni Pelle d'asino, una coproduzione Teatro di Roma e Benvenuti S.r.l. Lo spettacolo si replica mercoledì 16 e venerdì 18 alle 10.30 e giovedì 17 maggio alle ore 21.
Con Pelle d'asino, che ci sembra la normale conclusione d'un viaggio che era partito da Orwell, ovvero da quei somari che vorrebbero che fossimo, chiudiamo la prima settimana di vita dei Riflessi della settimana teatrale. Ce n'è davvero per tutti i gusti e tutti i prezzi. Che altro dire? Buon Teatro.

Alessandro Giova
 Riepilogo spettacoli consigliati:

I RIDOTTI


GLI ALTRI SPETTACOLI:
- Una Cena Armena di Paola Ponti, Teatro India. 15-20 maggio
- La commedia di Orlando, Regia di Emanuela Giordano, Teatro Argentina. Fino 20 maggio
- Teresa la ladra di Dacia Maraini, regia Francesco Tavassi. Piccolo Eliseo. Fino 20 maggio
- Di notte che non c'è nessuno di Luca De Bei, Teatro Lo Spazio. Fino al 27 maggio.
- Ho Morto Petrolini, di e con Gabriele Linari. Fino al 20 maggio.

FESTIVAL:
Teatri di Vetro, Festival delle arti sceniche contemporanee, T. Palladium. 17-25 maggio

BAMBINI:
Pelle d'asino, una produzione Teatro di Roma. Teatro Tor Bella Monaca. Martedì 15 mercoledì 16 e venerdì 18 ore 10.30; giovedì 17 ore 21.00

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venerdì 11 maggio 2012

Il mistero dell'assassino misterioso di Lillo e Greg al Teatro Trastevere


Dieci anni di attività teatrale non sono uno scherzo. Soprattutto per un piccolo gruppo teatrale che deve sopravvivere in un contesto culturale decadente e all'ombra dei grandi cartelloni. La passione però può fare grandi cose, ed anche se alla fine non arrivi a pagare le bollette con il tuo lavoro da teatrante, puoi riuscire a produrre spettacoli e conquistarti una piccola schiera di affezionati. Questo è il caso della Compagnia I panni sporchi, che spegne le dieci candeline al Teatro Trastevere con la surreale commedia Il mistero dell'assassinio misterioso di Lillo e Greg. Probabilmente – e con grande sorpresa – il regalo più grande per la compagnia lo ha fatto proprio il buon Lillo, presentandosi a teatro la sera della prima lasciando su un foglio firma e un "Bravi". Perché al di là di ogni avanguardia, al di là del grande nome che attira l'attenzione nazionale, c'è un substrato teatrale che svolge un ruolo importante, non certo marginale: mantenere vivo il teatro. Creare affezione teatrale verso un pubblico di frequentatori non assidui, ma che vogliono concedersi di tanto in tanto una serata a teatro, con leggerezza e il desiderio di metter da parte la vita. Allora, questo spettacolo è per tutti coloro che vedono nel teatro una funzione ricreativa e distensiva, per tutti coloro i quali apprezzano l'umiltà e la tenacia dei “piccoli gruppi” che si gettano nell'arena con passione. Il marchio di Lillo e Greg è una riconoscibile garanzia. La compagnia affiatata. La commedia surreale, costruita secondo la struttura tipica del giallo, ma che da subito inserisce un ingrediente imprevedibile e spiazzante tramutandosi in parodia. Infine il gioco, sempre efficace e vincente, del “teatro nel teatro”, l'illusione e la realtà che sbiadiscono quasi fondendosi.
Questo è quanto si può dire, per non mortificare da subito quel mistero su cui è costruita la pièce.
Par poco, ma è proprio grazie al mistero che la sorpresa può schiudersi dal suo guscio e lasciare uscire una risata. A rendere ancora più elettrizzante l'intero spettacolo, un inconveniente tecnico che costringe la compagnia a fermarsi e ripartire. Un incidente però che diviene complice del dubbio: è vero o costruito? Uno strano scherzo, soprattutto per uno spettacolo che fa di questa domanda il suo elemento fondante. Un passaggio – quello dalla finzione alla realtà - che non sempre si concretizza perfettamente, rimanendo sempre un po' ancorato alla finzione scenica, ma che tuttavia riesce a mettere in moto il meccanismo della risata. In un progredire di situazioni comiche, tutto l'artificio viene scoperto, fino a giungere ad un finale molteplice e non certo risolutivo. Alla fine, una bella festa di compleanno per la Compagnia I panni sporchi ed una serata divertente per il pubblico del Teatro Trastevere. Ci preme inoltre sottolineare la scelta degli arredi di scena forniti da ECOcentriche Design, un progetto di riuso creativo, il quale ha contribuito dando una tinta di colore eco-sostenibile allo spettacolo.

Recensione a cura di Alessandro Giova
 (nell'immagine: La compagnia I panni sporchi con Lillo)

IL MISTERO DELL'ASSASSINO MISTERIOSO
 di Lillo e Greg

Regia di Barbara Lalli
con Alessando Perini, Laura Ciriori, Monica Ceruti, Andrea Filosa, Alessandro Ibba, Andrea Rettagliati 

Scene: Violetta Canitano
Fornitura Arredi: EcoCentriche
Costumi: Adreina Cortellesi
Luci e Fonica: Francesco Leogrande
Aiuto Regia: Alessandro Corazzi

dal 9 al 20 maggio

TEATRO TRASTEVERE
Via Jacopa de' Settesoli 3 - Roma
Info e prenotazioni: 329.6260865 - info@teatrotrastevere.it
Ufficio Stampa: Rocchina Ceglia

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domenica 6 maggio 2012

Oggetti

(nell'immagine: Tasso in the madhouse di Eugene Delacroix)


Non andai sulla luna, molto più lontano andai..
Perché è il tempo la linea più lunga tra due punti.


Sei ancora qui
a farmi male
anima trattenuta
nel respiro delle cose.

Scheggia di tempo
d'una vita pur breve
tremula tu fiorisci
ancor tra fiori recisi.

Nel mio bagaglio io
ti porto, caro oblio,
preferito tra i giorni
quello che fu insonne.

Rimarremo sempre;
noi soli sapremo
nel silenzio delle cose
quanto si nasconde.

Alessandro Giova
 
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sabato 5 maggio 2012

Punti di vista di Sara Caldana, Teatro Cometa Off. Recensione


La giovane regista e drammaturga Sara Caldana in scena al Teatro Cometa Off con Punti di vista, tragicommedia sulla vita.

***
È davvero difficile conoscere sé e gli altri, ed anche quando crediamo di conoscere e conoscerci, non consideriamo che quella conoscenza non è altro che un nostro punto di vista. Il nostro, non quello degli altri. Se ci fermassimo veramente a considerare ciò che è il punto di vista altrui, allora forse finiremo per tormentarci come il Moscarda di Uno, nessuno e centomila. Ciò avviene rarissimamente e più che accettare ciò che gli altri vedono, si finisce per consumarsi in un attrito senza soluzione. È questo il pilastro portante della pièce di Sara Caldana, in scena fino a domenica 6 maggio al Teatro Cometa Off, una tragicommedia dal vago retrogusto pirandelliano, che pone l'accento sull'incapacità di conoscere sé e gli altri, sulla difficoltà che abbiamo di abbandonare il nostro punto di vista e considerare quello altrui. Ci inganniamo di continuo, perché ciò che vediamo è solo “una mescolanza tra ciò che la persona vuole mostrarci e ciò che noi vogliamo vedere” ci dice Sara Caldana. Un inganno che inizia, per lo spettatore, molto prima di pagare il biglietto e sedersi in teatro: guardando la locandina dello spettacolo infatti, il punto di vista ci dice che assisteremo ad una divertente commedia degli equivoci. Il risultato finale però, capovolge ciò che inizialmente abbiamo pensato, spiazzandoci e mettendoci davanti ad una rappresentazione che fa emergere lati più drammatici, talvolta anche delicati, pur mantenendo attiva l'attenzione attraverso la risata ed una narrazione leggera. Perché così è la vita: mai completamente tragica, mai completamente comica.

Ambientata in un condominio, è la storia di Italo e Anna (una superlativa Giulia Bornacin), coppia consumata dalla quotidianità e dai propri punti di vista, di Gustavo, ambiguo portiere del quale né la coppia, né noi, riusciamo a tracciare una vera identità e di Marisa, vecchia brontolona pettegola e bigotta. Quest'ultima non entra realmente nell'intreccio narrativo – anche se ad essa è affidata l'ultima azione che simboleggia la morte del focolare domestico - ma è un'apparizione fuggevole e grottesca, il cui ruolo è quello di spezzare con una risata la tensione crescente che di volta in volta si crea. Protagonisti sono invece Italo e Anna, all'interno del cui rapporto si inserisce Gustavo, innamorato di Anna, forse persino burattinaio della loro crisi attraverso un gioco meschino, che si rivelerà altro sia rispetto al punto di vista di Italo, sia rispetto a quello di Anna. Gustavo è certamente la figura in cui più ritroviamo l'idea registica del “ciò che vogliamo mostrare e ciò che vogliamo vedere”. Ma anch'egli è vittima del proprio punto di vista, incapace di considerare la vera volontà di Anna. Alla fine, nessuno è carnefice ma tutti sono vittime, ancorché degli altri di sé stessi, della propria incapacità di capire gli altri al di fuori della propria visione. Quando poi la verità altrui si rivela crolla ogni tipo di certezza, si allentano i fili della fragile realtà costruita, si sprofonda nel silenzio e nella solitudine, nell'incapacità di riconoscere sé e gli altri.

Semplice – ma non riduttiva – ed efficace la messa in scena, alcune scelte sceniche sono sorprendenti e spiazzanti, al punto che quasi si stenta a capire – inizialmente – se si tratti di un incidente o di un effetto scenico. Tuttavia l'abuso nel finale smorza un po' di sorpresa e finisce per essere prevedibile. A livello drammaturgico l'aspetto maggiormente sviluppato è quello della coppia, dal quale però emerge molto più approfonditamente il punto di vista femminile, grazie anche alla eccellente prova di Giulia Bornacin, in grado di imprimere una verità magnetica alla propria interpretazione e raggiungere picchi di intensità emotiva notevoli ricchi di sfumature. La sua Anna è una persona in carne ed ossa, non soltanto un personaggio, capace di catturare anche nei silenzi; una verità che ammutolisce e disarma. Buona anche la prova di Guido Saudelli nei panni di Gustavo, personaggio comico e talvolta sopra le righe, ora falso amico, ora innamorato, ora uomo che lascia intravedere sfumature interne più profonde di quelle che intende mostrare. Nota di merito positiva per la simpatica Marisa di Veronica Milaneschi, mentre Michele Albini (Italo) è un po' schiacciato dalla figura imponente della Bornacin.
Un lavoro molto interessante dunque, che sfrutta il meccanismo della risata per affondare poi il coltello nelle fragili illusioni che appendiamo ai fili dei nostri punti di vista e raggiungere quel processo di immedesimazione spettatore-personaggio. Un sali e scendi continuo, oscillante tra tensione emotiva e leggerezza comica, che mischia caricaturale e realismo.
Alla fine si lascia la sala divertiti ma anche un po' pensierosi, chiusi in noi alla ricerca di quei punti di vista che troppo spesso ci impediscono di vivere sereni, da cui difficilmente ci allontaniamo per affrontare e conoscere gli altri, noi stessi e le mille verità circostanti.

Recensione a cura di Alessandro Giova

PUNTI DI VISTA
scritto e diretto da Sara Caldana
con Giulia Bornacin, Michele Albini, Veronica Milaneschi e Guido Saudelli

Scenografia: Sara Caldana
Costumi: Valeria Meli
Luci e Fonica: Enrico Claro
Musiche dei Ghost
Ufficio Stampa: Rocchina Ceglia - 3464783266 

dal 3 al 6 maggio  ore 21.00 (domenica ore 18.00) al

TEATRO COMETA OFF
via Luca della Robbia, 47 - Roma
prenotazioni: 06.57284637 o 3200245363


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