sabato 17 marzo 2012

Nel nome del padre, Teatro Antigone, 14-18 Marzo


Stefano Mondini firma la regia de Nel nome del padre di Luigi Lunari, in scena al Teatro Antigone dal 14 al 18 Marzo 2012.

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Nel nome del padre è probabilmente uno dei migliori testi teatrali che la drammaturgia italiana contemporanea abbia prodotto negli ultimi anni. Tragedia dolce-amara, o commedia sentimentale come la definì lo stesso Luigi Lunari, è la storia di Aldo (Stefano Persiani) e Rosemary (Maria Giordano), due personaggi della vita reale, la cui identità viene svelata poco a poco. Figli di due diverse ideologie, ma che condividono la stessa, identica maledizione: quella di non essere all'altezza dei padri. Sospesi in un non-luogo di un non-tempo, una sorta di sala d'attesa dell'eternità, lui figlio di Palmiro Togliatti, lei figlia di Kennedy e sorella del presidente assassinato, evocheranno il difficile percorso della propria non-esistenza, confessando, ricordando i propri padri; atto dovuto, per potersi liberare del passato e accedere alla pace eterna. Figli di due opposte visioni del mondo, che pur si ritrovano fratelli in un dramma condiviso: schiacciati e dimenticati, quasi disconosciuti dall'ego di quei padri forti. Un dramma che si consuma nel racconto amaro, conciso, un peso oscillante tra l'ammirazione e la condanna.

Una vicenda che non necessita di fastose architetture sceniche, tanto è forte la parola che da sé prende vita. La messa in scena di Stefano Mondini è essenziale e sobria: un tavolo, due sedie, una poltrona, un davanzale con dei libri, due valige con delle vite non vissute, una bambola di pezza; la parola è posta al centro, come elemento determinate, naviga liberamente senza perdersi, modellando ed evocando i profondi stati emotivi. Una luce che inonda la scena di un rosso che lascia intravedere ma non svela, quando minacciose tornano le figure temibili del passato. Un rosso che è anche il ribollire del sangue che pulsa alle tempie, che arde spargendosi sulla scena come il fuoco di una duplice condanna: quella di sé, della tortura d'una esistenza minore; quella dei padri, ora divenuti vittime sacrificali sull'altare del pubblico disprezzo. Sebbene ci siano momenti in cui i personaggi sembrino ricercare un abbraccio paterno mai avuto in vita, è assolutamente dominante la volontà di far emergere invece la spietata asciuttezza con la quale tentano di purificarsi. Ed è proprio con l'emergere di questo carattere che l'attenzione si fa penetrante. Dall'inizio in cui non si sa dove e con chi identificarsi, si passa ad una seconda metà dove invece diviene talmente forte il carattere di compenetrazione - il quale coincide anche col momento di maggior intesa tra gli attori - che quasi ci si dimentica di essere nella sala di un teatro, o essere noi altri rispetto ad Aldo e Rosemary. Quando accade questo, quando lo spettatore non siede più in platea ma tocca i libri e respira la scena, è allora che si diventa un tutt'uno e lo spettatore può, con sgomento, dire: “Aldo e Rosemary sono io”.

Recensione a cura di Alessandro Giova



NEL NOME DEL PADRE
di Luigi Lunari

Regia di Stefano Mondini
con Maria Giordano e Stefano Persiani

Aiuto Regia: Carlotta Guido
Luci e audio: Marco Fumarola
Musiche: Angelo Talocchi
Ufficio Stampa: Rocchina Ceglia
Ripresa Video: Paolo Persiani

dal 14 al 18 Marzo 2012 al

TEATRO ANTIGONE
Via Amerigo Vespucci 42- Roma
info e prenotazioni:3386585664

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