sabato 28 agosto 2010

Arterie: quattro giorni d'arte a Cantalupo in Sabina


Gomitolando di gioia arteriosa (cit.)

Cantalupo in Sabina è un piccolo paesino in provincia di Rieti. Forse il vostro quartiere da solo avrà più del doppio dei suoi abitanti, ma probabilmente varrà la pena andare a fare un giro nei suoi vicoli nella prima settimana di settembre, nei giorni 2-3-4-5: questo paese popolato da poco più di mille anime, si riempirà per quattro giorni di colori, di suoni, voci, canti, balli e spettacoli pirotecnici. In quei giorni si svolgerà infatti la 6° edizione di ARTEr.i.e. Rassegna Ipotesi Espressive, una rassegna di arti che ogni anno offre a centinaia di artisti l'opportunità di esibirsi e mettersi in mostra liberamente e senza compenso nelle vie del centro storico. Le arti sono sette ed ognuna di esse nella manifestazione ha un colore: Verde Musica (divisa in due sezioni: acustica e non ) Rosso Teatro, Giallo Cinema, Blu Arti visive e fotografia, Arancio Danza, Indaco Letteratura e Poesia, Bianco Giocoleria e Arti di Strada. Ognuna di esse ha a disposizione un vicolo del paese dove un centinaio di artisti a sera si esibiscono. Il pubblico pertanto si ritrova a camminare per queste vie improvvisamente animate, scegliendo l'arte che preferisce e facendo il tour degli artisti che quella sera si esibiscono. L'adesione è libera e nessun artista prende compensi. Anche se si svolge in strada, la rassegna si compone di molti artisti che di solito non hanno un approccio urbano, ma si prestano per una sera a liberarsi delle convenzionali pareti dove svolgono le proprie arti, delle gallerie o dei teatri, mettendosi a nudo nelle strade.

La rassegna inoltre, che ogni anno si rinnova e conquista consensi, quest'anno darà anche l'opportunità di seguire dei laboratori gratuiti nelle piazze, grazie agli artisti che hanno prestato la propria disponibilità. Un modo originale e piacevole non solo per far conoscere la propria arte ma anche avvicinare la gente, oltre che divertirla e intrattenerla, ad un mondo che spesso in quest'era governata dai prodotti industriali viene visto come un hobby o un diversivo. C'è gente che invece di questo vive e prova a farne il proprio pane. Ma alle volte, nonostante le difficoltà economiche che un'artista incontra nella propria vita, sentire un complimento o un applauso, è la forma di remunerazione più gratificante. Un modo anche per dire: questo paese non è ancora spacciato.



Segui Arterie su Facebook
Leggi tutto...

martedì 24 agosto 2010

Il mio amante - Wendy Cope


Wendy Cope è una poetessa inglese nata a Erith (Kent) nel 1945. Poco conosciuta in Italia, è una delle voci più importanti della poesia contemporanea inglese. Le sue raccolte, pubblicate per la casa editrice Faber, sono divenute dei bestseller raggiungendo le cinquecentomila copie: un'enormità per dei libri di poesia! Nonostante il vasto consenso in patria, consenso costituito non solo dal pubblico specialistico, quest'autrice è poco conosciuta in Italia. Una sua scelta antologica di 16 poesie è uscita sul numero 104 (Marzo 1997) di Poesia, a cura di M.Paola Bartocci “Wendy Cope: l’ironia della Musa."

Girando ho trovato questa poesia per caso e mi ha destato molta curiosità. Non rientra nei soliti canoni estetici. Non è astrusa e contorta; non cerca immagini impossibili. È realistica, come realistico si rivela il suo amore per quell'uomo. Quanto ci è difficile a volte poter trasmettere agli altri quanto di bello c'è in colui o colei che amiasmo. Quanti poeti hanno avuto muse alle quali hanno dedicato poesie. Spesso di quelle Muse non ci resta che l'emozione veicolata dalla poesia, al punto che ti chiedi: chissà come dovesse essere costei? Il poeta ci mostra un'immagine divina; sappiamo ciò che essa suscita, le immagini che evoca, ma non sappiamo le sue armi. Armi che spesso si rivelano semplici; armi che se rivelate potrebbero portare il lettore alla conclusione che non era poi così speciale. Invece qui troviamo una fotografia, talvolta ironica, di aspetti altresì bizzarri di questo amante. Una sfilza di perché che si traduce in una versificazione terrena, perché terreno è il frutto dell'amore e perché, in fondo, ognuno ha il suo perché per amare: un perché a volte inusuale e che lascia perplessi.
Buona lettura.


Wendy Cope

Il mio amante

E ora parlerò del mio amante, che rimarrà senza nome.
Perché a 49 anni sa fare il rumore di cinque diversi tipi
di camion che cambiano le marce in salita.
Perché a volte lo fa sulle scale del posto dove lavora.
Perché poi si vergogna quando gli altri lo sentono.
Perché sa anche imitare almeno tre tipi diversi di treni.
Perché questi includono: la metropolitana di Londra,
il treno a vapore e il trenino elettrico
delle Ferrovie Meridionali.
Perché tifa per il Tottenham Hotspur con gioiosa
e immutabile devozione.
Perché odia l’Arsenal, i cui tifosi sono rozzi e incivili.
Perché spiega che gli Spurs sono magici, mentre l’Arsenal
è noioso e sta sempre in difesa.
Perché io non ne sapevo niente fino a sei mesi fa,
e non mi curavo di saperlo.
Perché ora tutto questo mi affascina.
Perché lui si esibisce per gradi, dieci.
Perché, primo, si presenta come una persona gentile,
seria e mentalmente libera.
Perché, secondo, affronta molti pranzi, discutendo a tavola
della vita e dell’amore senza mai nominare il calcio.
Perché, terzo, sta attento a non rivelare quanto detesti
avere la peggio in una discussione.
Perché, quarto, parla delle donne del suo passato,
riconoscendo che in parte è stata colpa sua.
Perché, quinto, è talmente ragionevole che tendi a dubitarne.
Perché, sesto, si autoinvita per un drink una sera.
Perché, settimo, in due vi scolate due bottiglie di vino.
Perché, ottavo, si ferma per la notte.
Perché, nono, non vedi l’ora di rivederlo.
Perché, decimo, non si fa vivo per giorni.
Perché avendo raggiunto lo scopo ritorna ai suoi interessi.
Perché non salterà nemmeno un’ora del corso serale
o una sola prova di coro a causa di una donna.
Perché è quasi sempre fuori casa.
Perché non riesci nemmeno a trovarlo al telefono.
Perché è il tipo d’uomo che da generazioni fa impazzire
le donne.
Perché, è triste ammetterlo, questo pensiero non basta
a farti rinsavire.
Perché è affascinante.
Perché è buono con gli animali e coi bambini.
Perché la sua voce è rassicurante e sexy allo stesso tempo.
Perché guida una vecchissima Vauxhall Astra station wagon.
Perché va a 130 sull’autostrada.
Perché quando lo supplico di rallentare dice: “Non intendo
andare piú piano di cosí”.
Perché è convinto di conoscere le strade meglio di chiunque
altro sulla terra.
Perché non insiste per avere consigli dai suoi passeggeri.
Perché se mai dovesse perdersi sarebbe un bell’inferno.
Perché qualche volta mi fa dormire dalla parte sbagliata
del mio letto.
Perché non puoi dargli ordini.
Perché ha questa dote, che gli sta bene mangiare
i bastoncini di pesce surgelati o il cibo cinese già pronto
o prepararsi la cena da solo.
Perché sa come cucino ed è realista.
Perché mi prepara tazze di cacao densissimo con le bollicine.
Perché beve e fuma almeno quanto me.
Perché è ossessionato dal sesso.
Perché non direbbe mai che è sopravvalutato.
Perché è cresciuto prima della società permissiva
e si ricorda della sua adolescenza.
Perché non insiste nel ripetere che è sano e naturale,
né mi chiede cosa vorrei che facesse.
Perché ha alcune idee tutte sue.
Perché non è mai stato capace di dormire a lungo
e la notte parla con me fino a tardi.
Perché ci logoriamo a vicenda con la nostra insonnia.
Perché mi fa sentire come una lampadina che non può
spegnersi da sola.
Perché ispira una poesia dopo l’altra.
Perché è pulito e ordinato ma non si preoccupa
troppo del suo aspetto.
Perché permette al barbiere di tagliargli i capelli troppo corti
e per due settimane va in giro che sembra un carcerato.
Perché quando metto una collana e gli chiedo se
mi sta bene risponde: “Sí, se No vuol dire provarne altre tre”.
Perché è rimasto scioccato quando i compagni di squadra
piú giovani hanno cominciato a usare il talco negli spogliatoi.
Perché la sua mascolinità vecchio stile è per me
fonte di continuo divertimento.
Perché la cosa lo rende perplesso.
Leggi tutto...

giovedì 19 agosto 2010

Una sorpresa

Inimmaginabile visione
al calar del vespro
apparsa come da morenti raggi.

Improvvisa Luna
pallida parvenza di rose
riflessi di danze inattese.

Scesi da alti colli
fruscianti di ciglia
Venti di profumi lontani.

Specchi di vanità stellate,
nelle ossa il freddo
e le mani ancora calde.

Matteo Di Stefano
Leggi tutto...

sabato 14 agosto 2010

Stasera di Giuseppe Ungaretti

Stasera
Versa il 22 maggio 1916

Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia

di Giuseppe Ungaretti
Leggi tutto...

sabato 7 agosto 2010

Ineffabile

Lo sei davvero
o sol'io così ti veggo
mirabile incanto.

Basito
al cospetto del bello
non conosco la misura
della vastità.

Solo
estraniato in un angolo
colgo una porzione di cielo
e un solitario luccichìo
ineffabile.
di Matteo Di Stefano
Leggi tutto...