lunedì 31 maggio 2010

Salviamo l'ETI, salviamo il teatro


Quando creai questo blog, non avevo intenzione di affrontare temi politici. Dopo 21 post questo mio volere è stato rispettato. Ma, essendo questo un fatto che riguarda la cultura, e soprattutto il teatro italiano, non posso che portare a conoscenza dei naviganti questa petizione. Infatti, la manovra varata dal governo, ha imposto dei tagli consistenti alla cultura. Tra gli enti che sono oggetto di taglio e sono a rischio soppressione, c'è l'ETI, l'ente teatrale italiano, punto di riferimento per la promozione teatrale nel nostro paese. Mi rivolgo a te navigante: se stai leggendo queste pagine, allora per te la cultura ha ancora un significato. Se ami l'arte in tutte le sue manifestazioni, e nello specifico il teatro, non puoi che dare il tuo contributo: sul sito dell'Eti è partita una raccolta firme per sostenere l'ente e salvare così, non sono l'Eti, ma il già malridotto teatro italiano. Salviamo l'Eti, salviamo il teatro.
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venerdì 28 maggio 2010

Essenzialità di plastica

(Ponte della velocità, 1913-1915, di Giacomo Balla)

Nel fiorire di campagne brulicanti
perdo piccoli frammenti d'integrità.
Casolari abbandonati, alberi rovesciati
divampare incolto di nature selvagge
la riconquista dei primordi violati.
Ah! In quell'erba annego lo sguardo
negli intrecci verdi e vividi, tra i parassiti
vo' bevendo succo di steli selvatici
come fosse essenza di salvifiche tisane,
il raggio solare che brucia gli occhi
all'infermo profeta nelle buie prigioni.
Rovesciare il tempo di un'epoca abietta
non posso, scoprirò mai la libertà?

Dannate parole, dannati tutti!
Sagome fallaci senza scheletro, via!
Sono io del tempo l'erba maligna
la punta d'arsenico nel calice festoso
il diserbante della rigogliosa demenza
lo schiavo ribelle ai dettami dell'ingordigia.
Voglio stuprare le vostre vanità
ebbre di liquide immagini danzanti
stropicciarvi come fodere di divani
Forza! Abbandonate i rifugi, udite?
È il tonfo sordo delle vostre cisterne
il lucente guscio che avvolge l'insipido
sapore delle essenzialità di plastica.

Matteo Di Stefano
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lunedì 24 maggio 2010

Le chiavi dello stesso portone



Le ho riposte nel mio cassetto
le paure, insieme ad altri fogli
scritti, sporchi di spasmi gioiosi
ilari voluttà dell'esistere oggi.

Ce li spartiamo equamente
i brividi della fredda scalinata
sospesi su di un filo d'acrobata
troppo esile pel peso d'entrambi.

Lo stesso con destrezza, in due
volteggiando tra precari istinti
senza un vero perché ci teniamo
in equilibristici silenzi, pieni.


Matteo Di Stefano
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domenica 2 maggio 2010

Ode al giorno felice (Oda al dia Feliz) di Pablo Neruda



Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.

Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.


Versione Originale




Esta vez dejadme
ser feliz,
nada ha pasado a nadie,
no estoy en parte alguna,
sucede solamente
que soy feliz
por los cuatro costados
del corazón, andando,
durmiendo o escribiendo.
Qué voy a hacerle, soy
feliz.
Soy más innumerable
que el pasto
en las praderas,
siento la piel como un árbol rugoso
y el agua abajo,
los pájaros arriba,
el mar como un anillo
en mi cintura,
hecha de pan y piedra la tierra
el aire canta como una guitarra.
Tú a mi lado en la arena
eres arena,
tú cantas y eres canto,
el mundo
es hoy mi alma,
canto y arena,
el mundo
es hoy tu boca,
dejadme
en tu boca y en la arena
ser feliz,
ser feliz porque si, porque respiro
y porque tú respiras,
ser feliz porque toco
tu rodilla
y es como si tocara
la piel azul del cielo
y su frescura.
Hoy dejadme
a mí solo
ser feliz,
con todos o sin todos,
ser feliz
con el pasto
y la arena,
ser feliz
con el aire y la tierra,
ser feliz,
contigo, con tu boca,
ser feliz.
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