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lunedì 1 marzo 2010

Intervento di autobenvenuto





Aprire la prima finestra di un nuovo blog è come entrare in una nuova casa. Dovrai fare amicizia coi nuovi vicini, abituarti ai rumori, gli odori della zona. Nessun problema di fondo se non come presentarsi. Ma forse saranno gli stessi abitanti della zona a farsi avanti, le amabili vecchine ti porteranno i dolcetti, le seducenti mogli annoiate ti inviteranno per un drink. Inizierai a far parte del quartiere poco a poco. Così è ovunque. Persino su una rete virtuale; così sarà per questi riflessi sfumati che altro non sono se non la parte più marginale, quel che di volta viene a galla di un fondo assai più ricco di pensieri, talvolta inesprimibile.

Voglio aprire un nuovo blog. Questo mi dicevo. Molti si specializzano, trattano un argomento in particolare. Anch'io ci ho pensato. Bene. Potrei parlare di teatro? Potrei pubblicare poesie? Parlare del più del meno di questi strani tempi o di altre cose, più o meno sensate che mi girano in testa? Come si fa, come si fa dico io a prendere una direzione chiara, netta, inevitabilmente lineare. Non sono mai stato troppo costante, e tra le tante cose che possono interessarmi una in particolare non riesco proprio a preferirla. Troppo curioso di scoprire, indagare lo spazio circostante in tutte le direzioni; meglio i riflessi, tanti, marginali, superficiali. Ciò che di volta in volta viene a galla, da se. Questo è tutto. O quasi. No, non tutto, solo una piccola parte.

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